gemini

Arcolaio II


Attese con ansia il dipanarsi della gravidanza della giovane moglie,mentre intorno a sé trovava sempre maggiori conferme della sua flagranza di reato. Fosse un nastrino, apparisse uno strano profumoo un regalo inatteso e anonimo, Lui sapeva che la fedifraga stava tendendo la tela per chiuderlo in trappola ed eliminarlo definitivamentedalla sua povera vita. Ma Aldovrandi sapeva che per Lei non era il momento indicato fintantoché recava in grembo il frutto, non del seme del legittimo consorte, ma quello dell'amante spudorato e intraprendente. Una volta dato alla luce l'amara conseguenza della Colpa, avrebbe potuto dedicare il suo mesto tempo allosmantellamento del marito e alla sua eliminazione. Uno di queiveleni che non lasciano traccia, uno di quei sieri che provocanoun rapido colpo apoplettico, qualche goccia di sostanza appropriata per farlo passare dal sonno alla Morte nella più totale incoscienza. Le giornate transitavano sempre uguali finché alla compagna si ruppero le acque, dopo le feroci contrazioni del parto imminente. Nicola Aldovrandi aveva preteso di essere Lui, in persona, a presiedere alla nascita di colui che tutti ritenevano il suo legittimo erede. E così fece quel giorno. Nella casa avita tanto fece, con garze sterili, bacinelle tiepide e forcipe lucidoche estrasse l'infante dall'utero della madre, dopo una gestazionemolto travagliata. Poi posò dolcemente il frugoletto accantoalla testa della madre e si lavò accuratamente le mani. Ad assisterlo vi era stato per tutto il tempo la fantesca della sua magione, la stessa che presiedeva ai luridi commercidella sua consorte con quel ancora ignoto amante. Il medicopoteva osservarne la schiena mentre questa ordinava gli strumenti che erano stati utili a fare nascere il piccolo bastardo.Ma uno di quegli strumenti non era stato necessario durante la lunga operazione, ed era lo stesso che Nicola Aldovrandi stringeva in pugno, pulitissimo e affilato. "Dov'è il bisturi, Dottore? Non riesco a trovarlo." Disse la donna, girandosilentamente. "è qui, nella mia mano. Non lo vede, forse?"Replicò, asciutto, il medico. Poi, come trascinato da un impetoimprovviso e selvaggio, si scagliò la donna perforandone ilcorpo con lo strumento affilato. Susanna (Questo era il nomedella disgraziata) non fece nemmeno in tempo a levare un grido che piombò al suolo come un sacco vuoto, priva di vita.Aldovrandi, dopo averla lasciata scivolare sul pavimento, giròlo sguardo verso sua moglie e la creaturina, che di nulla s'erano accorti essendo immersi, entrambi, in un sonno profondo e ristoratore. Lui tornò a lavarsi le mani e si tolseil camice imbrattato di sangue. Quindi passò dall'altra parte,nelle sue sale private e si versò, dopo averlo preso da unostipetto, una robusta dose di cognac.(Continua)