gemini

Arcolaio IV


Poi, nell'affare di pochi istanti, la disperazione e la solitudine sparirono dai suoi occhi e furono rimpiazzati da uno sguardovitreo e ossessivo, prossimo alla atroce determinazione e alla spietata Volontà. Pensò :"Intendono restare uniti per sempre, ebbene farò in modo che il loro desiderio si realizzi."Quindi passò sopra il cadavere della fantesca e si diresse nel suo studio, dove cominciò a trafficare sugli scaffali per ricavarne una piccola bottiglia di morfina. Tornato nella camera ove riposavano sua moglie e il piccolo bastardo,approntò una robusta iniezione endovenosa per Annetta,e gliela inoculò. Non voleva correre rischi che si svegliasse mentre portava a termine quello che gli rimbalzava nella mente, come un piccolo pallone rosso. Attese qualche minutoche il farmaco facesse il suo effetto poi tornò nello studioper recuperare un buon metro di garza sterile e un grossoago da magliaia, che teneva con sé come ricordo della consorte. Poi cominciò a riflettere e decise di sciogliere anche in bocca al bambino alcune gocce di morfina. Non voleva che non soffrisse, ma nemmeno che svegliasse l'intero quartiere con i suoi pianti. Quando si rese conto che anche il piccolo, come la mamma, eranodefinitivamente nel mondo dell'incoscienza, allora iniziòil suo lavoro: attaccato l'ago gigantesco alla garza, presea infilarlo nella soffice epidermide del neonato sino a farlouscire qualche centimetro più in là, per passare, poi, ad Annetta e a eseguire lo stesso movimento. Forare la pelle a due persone con uno spesso ago non è cosa facile, ma, alla fine, dopo due ore Nicola Aldovrandi era soddisfatto del suo lavoro un po' grossolano. Si asciugò la fronte inondata di sudore con un fazzolettodi batista, cercò di arrestare il tremito irresistibile delle sue mani e rimirò, al termine, la sua opera. Madre e figlio erano legati, uniti l'uno all'altra da alcuni metri di garza sterile bianca macchiata da abbondantisversamenti di sangue. Dall'appendice del pargolofino alla schiena della madre erano intrecciati in modo tale che solo un duro e lunghissimo lavoro avrebbe potuto separarli. "Finché Morte non Vi separi..." Balbettò il medico mentalmente. Poi tornò nei suoi appartamenti a finire la bottiglia di cognac e a prepararsi alcune tartine per smorzare l'appetitofamelico che lo aveva pigliato. Fu mentre stava levando con lo stuzzicadenti i fastidiosi rimasuglidi cibo dal suo cavo orale che udì battere alla al portone principale con foga. Probabilmente stavano picchiando da parecchio tempo ma Aldovrandi, completamente assorbito dalla suarecente impresa, non se n'era nemmeno accorto.(Continua)