gemini

Arcolaio VII


Salirono affiancati le scale e transitarono davanti alle porte chiuse dove era avvenuta la tragedia. Aldovrandi zoppicava leggermente a causa di una tensione nervosa che lo stava lentamente divorando, Ferdinandosbatteva continuamente le palpebre e si guardava in giro, come fossecapitato per la prima volta dentro uno strano palazzo e stesse cercandodi orientarsi. Così, strani gemelli isterici in una bizzarra avventura, procedettero attraverso lunghi corridoi e ampli saloni fino a raggiungereuna porticina che immetteva in un minuscolo cucinino con tanto dimensole alle pareti e padelle sulla tavola. Il Dottore disse al cugino di sedersi e di mettersi comodo, che avrebbe pensato Lui a prepararetutto. E mentre rovistava dentro un armadietto per prendere il samovarsi girava continuamente a fissare Ferdinando con occhio assente. Alla fine, in qualche maniera, riuscì, tremante, a recuperare tutto il necessario ed iniziò la bollitura del the dopo avere posto due bicchieridavanti ai posti nei quali dovevano sedersi entrambi. Poi si girò e appoggiò le mani dietro la schiena contro la sporgenza del mobilio grezzo. "Ferdi, Tu vuoi molto bene ad Annetta, vero?" Il ragazzonesi passò una mano sulla faccia, quasi a ricordare  di averne ancora una, poi sbadigliò nervosamente e prese a rosicchiarsi le unghie dell'anulare destro :"Certo" disse balbettando "Fin da quando l'hai sposata Le ho voluto bene." "Un dardo sotto forma di rabbia passò davanti alle pupille di Nicola ma non gli impedì di formulareun'ulteriore questione :"E se Ti dicessi che il parto, purtroppo, nonè andato così bene, e che Annetta ora è in uno stato di profonda prostrazione nella sua stanza? Come reagiresti? Sapresti essereUomo abbastanza per affrontare la cosa?" Il ragazzone balzò in piedi e diede in un grido curioso, a metà tra il singulto e il lamentofunebre, poi cercò di avvicinarsi alla porta ma Aldovrandi si frapposecon un mestolo in mano fra Ferdinando e l'uscita. Poi scuotendo il bestione per la collottola gli urlò in faccia :"Stai calmo, non è nulla di irreparabile, solo che il bambino si è quasi strangolato con il cordone ombelicale e ora madre e figlio debbono stare assolutamente uniti, mi capisci? Praticamente cuciti insieme,se vogliono superare questa brutta crisi. Lascia fare a Me, che sono l'ostetrico." Ferdinando non aveva probabilmente nemmenoascoltato le parole di Aldovrandi, ma il suo tono deciso pareva averlo calmato e si lasciò ricondurre docilmente alla sedia, che giaceva rovesciata a terra. Il Dottore la raccolse e vi accompagnòdelicatamente il cugino fino a farlo accomodare immobile. "E orabeviamo questo the! Sarebbe anche ora. Penso ne abbiamo bisogno entrambi. per calmare i nervi scossi." Nicola posò il samovar fumante sulla tavola e prese le zollette di zucchero da sgranocchiare mentre il cielo, fuori dalla minuscola finestradi quel bugigattolo si faceva nero cupo con solenni intersecazionidi grigio cobalto. Era, a tutti gli effetti, in arrivo una tempesta coifiocchi.(Continua)