gemini

Arcolaio IX


 
Aldovrandi mise la mano sulla maniglia ed iniziò a tirarla verso il basso.Ferdi era muto come una statua ed immobile come una persona fulminatadi fresco. Il Dottore poteva quasi annusare l'odore di bruciato che emanavadalla persona di suo cugino e chiedersi se un lampo non fosse entrato da una finestra, lasciata spalancata, e l'avesse sorpreso in quella posizione.Terminata la manovra, e senza un particolare motivo, Nicola spalancòcon un calcio la porta e d'improvviso la vastità della stanza fu dinnanzia entrambi. Il silenzio s'era fatto, se possibile, ancora più lancinante e nella penombra del temporale incombente si riusciva a distinguere pocoo nulla. Il Medico sollevò la candela e fece luce muovendo all'internodel luogo con lo stesso passo deciso che, talvolta, porta il condannatoalla forca, nell'intento di accelerare un'inutile tortura. Allungò il gomitoper trovare la figura di Ferdi ma non lo trovò. Allora si girò di scatto e vide che il cugino era ben oltre la soglia, nella stessa postura in cui lo aveva lasciato prima di entrare. "Dannato porco!" Si lasciò sfuggirecon voce soffocata. "Muoviti, entra! O Ti è presa una sincope?" Ferdipareva trasfigurato e invecchiato in pochi istanti di almeno dieci anni. Nicola gli avvicinò la candela al volto e lo trovò pallido come il marmoe solcato da venuzze azzurre, quasi che la faccia gli stesse per scoppiare. Stravolto, lo abbandonò nella sua fissità e tornò a muoversi all'interno della stanza quasi a tentoni. La disperazione era il suo coraggio e insistette a camminare in punta di piedi finché lo vide: il cadavere di Susanna era sempre al solito posto, disteso supino con un bracco reclinato in modo innaturale sotto la testa e un rivolo di sangue neroseccato che le impiastricciava il lato sinistro del mento. Con le ultime risorse che Gli restavano levò lo sguardo al letto, quasi socchiudendole palpebre nel timore di un'esplosione. Fuori il cielo era inondato da nuvole gravide di pioggia, ogni tanto dei lampi attraversavano la voltailluminando lividamente la scena. E il letto era vuoto. Il Dottore si sentìmancare il respiro e un urlo gli rimase strozzato in gola mentre la candelascivolava a terra e si spegneva. Per un attimo credette di avere sognato,ma sentiva le forze riaffiorargli e la scena, pur nella quasi oscurità farsibel delineata e chiara: il gigantesco baldacchino era nudo, con le cortinesollevate e solo una pozzanghera di sangue al centro, dove aveva (era sicuro) lasciato madre e figlio cuciti insieme e sotto l'effetto dellaudano. A quel punto sentì l'incoercibile esigenza di perdere conoscenzae di crollare al suolo esanime, ma qualcuno lo sostenne proprio mentrestava per svenire. Era Ferdi che, con il volto bizzarramente disteso e i denti ben visibili, lo stava sorreggendo mentre alcune parole si distendevano nell'aria e raggiungevano l'orecchio di Aldovrandi.  (Continua)