gemini

Arcolaio X


"Innanzitutto, sbarazzarsi del cadavere." Il Dottore si girò a fissare Ferdi, stupefatto."Esiste una caldaia, ovviamente, qui sotto, cugino?" "Certo" Balbettò Aldovrandi. "ènei sotterranei." Allora aiutami ad avvolgere Susanna in un tappeto e poi scendiamoda basso, insieme." "Insieme" Ripeté sconclusionato. Ferdi lo lasciò andare e si chinòsul corpo pugnalato, quasi esaminandolo. Poi lo girò bocconi rimirando il bisturi ancoraben saldo nella schiena della giovane. "Hai fatto un buon lavoro, Dottore. è bastato un colpo." Nicola era a bocca aperta e incapace di effettuare qualsiasi movimentoche non fosse quello di restare immobile in piedi, nel tentativo di non crollare al suolo esanime. "Prendi quel tappeto" Ordinò Ferdi indicando un Tabriz appeso alla parete. Dopo una leggera esitazione il cugino si diresse nella direzione indicata e smontò il manufatto riportandolo, dopo un leggero sbandamento, accanto al giovane. Questi estrasse il bisturi dalla schiena e lo appoggiò concura sopra una poltrona mentre avvolgeva Susanna dentro il tappeto e la sigillava ben bene. "Avanti aiutami" e sollevò per la parte del capo la povera donna mentre Aldovrandi si occupava dei piedi. Quando furono ben equilibratiFerdi disse di avviarsi. "E il bisturi?" Biascicò il Dottore. "Ce ne occuperemo dopo".Presero ad andare e uscirono dall'ingresso dell'appartamento stando ben attentiche nessuno Li vedesse dalle finestre circostanti. Quando furono in cima all'ampia scalinata centrale Ferdi proruppe in una bestemmia smozzicata e riprese il suo collega :"Non darmi tutto il peso, Cristo Santo! distribuiamoci questo cadavere." Nicola annuì e, dopo un ultima attenta occhiata alla discesa, si avviarono comedue addetti ai traslochi che portassero un carico particolarmente fragile. Alla fine percorsero con scioltezza tutto il percorsero e si trovarono ben presto nei sotterranei nel buio più totale. "Molla il cadavere e accendi una torcia" Fece il cugino del Dottore "Poi fammi strada, che di Susanna mi occupo Io." Nicola obbedì e accese una delle lampade ad olio incassate in una rientranza di muro, sventolandola, poi, davanti a Ferdi che aveva sollevato tra le robuste braccia il tappeto con il suo macabro contenuto. Entrarono negli scantinati e videro immediatamente la gigantesca caldaia incassata in un enorme pilastro centrale bianco sporco. Aldovrandi guidò il cugino sino davanti al gigantesco sportello che dava sulla fornace in piena attività. "è un caldo terribile." Ebbe la forza di mormorare. "Apri quello sportello e stiamo attenti a non ustionarci." Il dottore obbedì sereno e Ferdi appoggiòil cadavere sul ciglio dell'enorme fiamma. Poi ordinò di essere aiutato a dare una spinta decisa e poderosa e ficcare Susanna in mezzo a dove ardeva maggiormente la terribile pira. Così fecero e osservarono il corpoperdersi nelle fiamme mentre entrambi si ritraevano di scatto. Un po' di fuliggine gli era rimasta attaccata ai volti e ai vestiti ma potevano essereben soddisfatti di avere portato a termine un impegno tanto gravoso. Nicola, che pareva essersi ripreso dal terrore di poco prima, non poté fare a meno di osservare suo cugino mentre si spazzolava abiti e visocon un fazzoletto di seta e poi lo gettava lontano, sopra una catasta di carbone. In quei concitati attimi riuscì anche a notare, confuso e scosso, come l'espressione del ragazzo pareva essere mutata in modo irreversibile. Da svagata e perplessa che era, forse addirittura poco intelligente, eramutata in una grinta decisa e brulicante. Persino la fronte bassa parevaessersi allungata in uno stiramento di brillantezza e genio, mentre il labbro inferiore gli sporgeva dalla bocca in una testimonianza di freddezzae impegno. Il Medico cavò il suo fazzoletto dal taschino e cominciò, Lui pure, a darsi una aggiustatina. (Continua)