gemini

Arcolaio XII


Raggiunta nuovamente la stanza di  Annetta, Ferdi raccolse il bisturi che ancora giaceva per terra, lo strinse energicamente, poi, dopo avere spalancato la finestra, lo scagliò con tutte le forze verso un appezzamento di terreno incolto e paludoso che giaceva obliquamente al Palazzo. Finito che ebbe, richiuse le imposte e,preso uno spazzolone, bruschino e liscivia da una specie di sgabuzzino,si diede a ripulire le macchie di sangue lasciate dal corpo di Susanna.Terminò in quattro e quattr'otto e, apparentemente, e finalmente spossato si accomodò su una delle comode poltrone del luogo.Nicola lo fissava stupefatto ma non aveva il coraggio di profferire parola, quasi sapendo che se c'era un modo per evitare di finiresulla forca, quello giaceva tra le mani callose del cugino. E questi,dopo avere accennato a chiudere gli occhi, cominciò, flebilmente,a parlare :"Davide Farace, autoproclamatosi Principe di Roualt.Ti dice nulla questo nome?" Aldovrandi represse un brivido di freddoe si accomodò, Lui pure, in una poltrona dirimpetto a Ferdinando."Farace è uno dei parvenu, cicisbei e postulanti che bazzica il giro di mia moglie. Non ho avuto modo di parlargli in privatoma non mi sembra diverso dalle migliaia di questuanti che entranoed escono dai palazzi cosiddetti signorili in cerca di una patentedi nobiltà o ricchezza." "Beh, il Signore, non trovando questa patente, se l'è fornita da sola. Ha comperato un titolo nobiliaregrazie ai soldi di Annetta. Grazie ai tuoi soldi, Nicola. Ora è il Principe di Roualt e la sua scalcagnata sorella la sua dama di compagnia ufficiale." "Una ruffiana?" "Precisamente. Ma a quanto sembra, a tua moglie andavano bene entrambi, visto che eranodi casa ventiquattr'ore al giorno tra queste mura. E Tu non hai mai pensato bene di indignartene." Il Medico fece un gesto vagocon la mano e proruppe :"Fossi stato a contare quanti pezzenti,truffatori, lestofanti e canaglie riceveva mia moglie ne sarei uscito pazzo. Tu sai meglio di Me com'è fatta Annetta: le frustrazioni di una vita famigliare non immacolata le riversavasulla strada come acqua sporca, e se ne compiaceva." "Ma Io....Io ero diverso!" Urlò Ferdi come un posseduto, tanto da farsobbalzare Nicola dalla sua poltrona. "E Tu che c'entreresti?"Fece, poi, con un sorriso mellifluo. Il cugino si levò e andò,agitatissimo verso le finestre. "Io ho amato veramente tuamoglie, Dottore. Mentre Tu spendevi il tuo tempo in bordellidi lusso e foraggiando decine di amanti, Io, solo Io ero fedeleall'immagine e alla figura di Annetta. Lei, la donna suprema,la calda e accogliente forma dell'Amore nel suo guscio sempiterno, il brillare di una stella che conduce verso casail viaggiatore smarrito, l'immagine di un corpo seducente esincero sotto l'apparenza della femmina perduta e sbandatadalla condotta vergognosa del proprio marito!" E detto questo,con gran turbinare d'occhi, Ferdinando levò il pugno versola silhouette attonita del cugino. "Finché...."(Continua)