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Il Papa


Osservai lento fuori dalla finestra del mio appartamento al Vaticano mentre Richard si rivestiva. Era bello, Richard Wyatt. 25 anni da Philadelphia e miosegretario personale, Nero, incantevole e profumato come piaceva a Me, in quel momento. Lo guardai senza misura e il pensiero corse al Conclave dell'indomani dove, secondo tutti i maneggi e gli accordi sottobanco, sareistato eletto al soglio di Pietro. Stropicciai le mie innumerevoli carte sparsesul letto e nascosi una lacrima. Dall'Inferno, da dove provenivo, alla massimacarica della Comunità Cristiana non è un passo così lungo come potreste immaginare. Satana in persona mi aveva inviato a compiere tutti i passi della trafila ecclesiastica, sino ad arrivare a 35 anni al porporato e 5 annidopo al Papato. Molti erano sorpresi, Tanti mi amavano. Amavano il mio viso giovane e bello, le mie idee fresche e progressiste, la bontà infinita che mostravo ai bambini. Qualcosa che avevo imparato durante il sacerdozio, durante cui avevo carezzato e violato innumerevoli schieredi fanciulli implumi, fino a scivolare dolcemente attraverso Michael, Eliae infine il mio Richard, il preferito. Lo sentii sbadigliare in modo infantilee mi si strinse il cuore. "Perché piangi?" Fece Lui, sedendosi sul letto e osservandomi con attenzione. "Non è nulla" Risposi "Solo una lacrima.Un refuso." "Immagino che Ti passi tutta la vita davanti in momenti come questo, vero?" Fece carezzandomi la schiena nuda. "Non è solo quello:è che più mi adatto all'idea di essere Papa, più il mio passato mi apparenebuloso e bolso." Non potevo rivelargli tutto, ma per Me era un dato di fatto che i rapporti con il quartier generale all'Inferno si fossero tesi sinoal limite della rottura. Ormai non ricevevo più gli emissari di Beelzebubed ero infastidito dalle preghiere al Grande Capro Nero che tenevo in un mobiletto del mio comodino. La voglia di bere sangue di Vergine m'era passata, così come quella di partecipare ai Sabba principali dell'anno. Avevo lo spleen del Buon Diavolo. E sentivo che stavo cambiando. Altri Demoni, sotto le vesti dei Cardinali, mi tenevanod'occhio e riferivano a Chi di dovere. Mi venivano condotti rimproverie lagnanze sul mio comportamento. Lascia la lacrima scorrere dalla guancia fino al mento. Il rischio per Loro era immenso: perdere per la prima volta il controllo della massima carica temporale e spirituale della Cristianità, e permettere che passasse a un possibile apostata.A una creatura infernale che transitasse, armi e bagagli, all'altro campo:quello dell'Eterna Luce e della Bontà. Mi crogiolai sotto le lenzuolae scoppiai definitivamente a piangere mentre Richard si arrendeva e usciva, nel suo clergyman Hugo Boss, dalla stanza senza salutarmi.Che stessi perdendo anche Lui? Non potevo crederlo. Proprio l'amoreper quel ragazzo aveva cominciato a farmi vacillare nella mia fedeltàdiabolica. Avevo compreso che quello detto dall'Uomo messo in croceera vero :"Se uno dicesse: Io amo Dio, e odiasse suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non puòamare Dio, che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da Lui: Chi ama Dio, ami anche suo fratello." MI asciugai le lacrimee andai ad aprire le imponenti finestre del Vaticano. Una lenta pioggerellina scendeva, ripulendo le strade e la mia anima nera,luci sparse ad addobbi natalizi increspavano l'aria, e il suono di zampogne non mi appesantiva più il cuore. Indossai una vestagliae mi portai al balcone, per respirare Roma. (Fine)