gemini

Il taglio del bosco


Prese fuori la fiaschetta dalla sacca e se ne somministrò un buon sorso. Poi guardòla valle da millecinquecento metri di quota e si rimise in cammino. Arrivò alla sua parte di bosco e aspettò che arrivasse il trattore per cominciare a tagliare gli alberie a portarli via con il mezzo. Prima di vedere spuntare i pennacchi dal motore e sentire avvicinarsi il ronzio in movimento stappò ancora la fiaschetta e se ne versò in gola ancora un po' di quella buona. Era grappa artigianale all'asperula,e la sentì impreziosirgli le pareti della gola fino a scivolare, bollente, sino allo stomaco. Leo Girardi era un uomo bruttissimo, e peggiorato, se era possibile, dal continuo assaggio di liquori della sua Valle. Un occhio, il sinistro, gli si stava chiudendo, le guance gli penzolavano, rosse e cascanti fino al mento,il suo corpo era sformato da una pancia smisurata davanti a una complessione,tutto sommato normale. Aveva braccia più magre dell'usuale e gambe sottili come un giunco, sedere stretto e fronte normale, impreziosita dall'essere coronata ancora da tutti i suoi capelli, benché ingrigiti. Era un pensionato delle Ferrovie e curava quel pezzo di bosco, senza passione ma con caparbietà, visto che gli era stata tramandata per generazioni. Era sposato da trentacinque anni con Elsa e aveva una figlia, Deborah, che,dopo avere studiato all'università di Venezia, si era laureato in architettura e aveva, ora, un suo proprio studio a Borgo. Il trattore si stava avvicinando con la sua abituale lentezza e avrebbe lasciato il tempo a Leo per un altro sorso corroborante. A quelle altezze non faceva male. Era d'estate che lo uccideva,quando il calore si faceva insopportabile e in città si boccheggiava per il caldo.Aveva lasciato l'automobile due chilometri più in basso ed era salito da solofino a quel posto, per libera scelta e liberare le tossine in eccesso, smaltendola sbronza del giorno precedente. Si rammentò con amarezza di quando era un giovane, pur sempre brutto ma sano. Era stato proprio allora che le radicidel suo alcolismo avevano cominciato a ramificarsi, senza accorgersene,senza realizzarlo pienamente. All'epoca si prendeva la sbornia e dopo unanotte agitata era già pronto a saltare sul carrello e svolgere il suo lavoro come niente fosse. In quell'età aveva installato la sua posizione nel dormitoriodelle FFSS. Aveva trovato degni compagni di emerite ciucche (al tempotutti i Ferrovieri bevevano, era una sorta di tara genetica) e si lasciava andaresenza però mai provocare un richiamo o un incidente. Reggeva bene il vinoe, comunque, si chiudeva da parte dei superiori più di un occhio. Rammentòvividamente, Leo Girardi, e non si accorse che il trattore si era arrestato a due metri dai suoi piedi gonfi. (Continua)