gemini

Il Labirinto


Venne il momento di Elia quando rientrò nel suo ampio appartamento e accese il condizionatore, scacciando i fantasmi e l'aria viziata. Il balconeall'ultimo piano gli suggeriva l'idea di un giardino pensile e prolungava la sua fantasia, staccandola dalla miserabile esistenza che conduceva nell'ufficio ai piani bassi, qualche isolato più in là. Si spogliò e si mise comodo dopo essersi fatto una doccia. Poi si addentrò nel dedalo verdeche forniva verzura alla sua fronte scottata e ai suoi pensieri ustionati.Si immerse negli oleandri, carezzò le saintpaulia, onorò il carrubo, visionò la dieffenbachia e la buddleia, posò il suo corpo all'ombra dellaclematide e si stirò le membra osservando la buona salute dellaortensia. Stava già quasi per appisolarsi quando il suo terrazzo presea sobbalzare stranamente e ad assumere direzioni impreviste e imprevedibili. Le piante sparirono, sostituite da nude e altissimemura e sotto i suoi piedi spogli apparvero ciottoli levigati e minuscoligranelli di sabbia portati dal mare, che gli fibrillavano le estremità.Si trovò, coperto solo da un peplo femminile a correre attraverso un labirinto, con il fiatone e la gola secca. Ma ogni curva era ugualealla precedente, e ogni gomito lo riportava, punto e a capo, a una situazione invariabile di smarrimento. Fu dopo che il sole, nel cielo,era disceso di una buona metà che vide sua madre circondata dallebraccia robuste di quell'uomo dalla testa taurina. E con suo sommodisgusto il genitore non disdegnava le attenzioni del mostro, ma,al contrario le solleticava con studiata lascivia, sollevando la ampia gonna, mostrando le carni bianche e vizze. Fu allora che una spinta mise Elia nell'angolo: suo padre, bardato come un eroe acheo affrontava quell'essere, e con un colpo duro e secco ne abbatteva la sommità animale per lasciarla a rotolare, bianca e insanguinata, lungo una parete. Fu allora che il giovane urlòperché aveva visto nelle fattezze del Minotauro quelle di suo fratello minore, morto in un incidente sette anni prima. Quandosi riebbe realizzò di avere fatto a pezzi il suo incantevole giardinopensile, a trenta metri d'altitudine sopra la città pallida. (Fine)