gemini

Bobby III


Scavalcò i margini dell'ombrellino con la testa e gettò uno sguardolungo la strada impeccabile che saliva al sanatorio con tornantiimpervi. Una donna stava percorrendo solitaria quell'aspro percorso dove, solitamente, transitavano corriere e taxi. Bobbyprovò ad aguzzare la vista cercando di farsi un 'idea su chi potesse essere quella signorina, vestita modestamente ma con una certa ricercatezza, abbastanza dimessa ma con una puliziae una determinazione evidenti, quella signorina che, in quelmomento, si stava facendo schermo davanti agli occhi con la mano destra per tentare di delineare le fattezze imponentidella struttura monumentale del Baretz Dleghamen. L'uomoiniziò (senza motivo) ad agitarsi sulla sdraio e a lanciare occhiate continuative e nervose alla figurina che, nello stessoistante, s'era arrestata completamente e sembrava cercareproprio Lui con lo sguardo. Paranoie? Illusioni? Miraggi? Bobby cercò di distrarsi e prese a caso uno dei libri che giacevano in pittoresco disordine al suo fianco, cercandodi immergersi nella lettura di uno che narrava della vendettadi un uomo contro la sua amante infedele. Dopo poche righelo scagliò lontano, ben oltre il parapetto e tornò ad affacciarsi con il capo sulla strada principale. Non vi trovò nessuno ed emise un sonoro (per quanto glielo permettevano le sue condizioni) sospiro di sollievo. I nemici non erano in prossimità,i ficcanaso non arrivavano a disturbargli l'agonia, il Boia in gonnella non veniva ancora a svolgere il suo lavoro. Di certosi era trattato di un'allucinazione, una visione sul nulla, Un miraggio in quell'estate di Morte: la Sua ultima. Si accomodòcomodamente sulla sdraio e inspirò l'aria fresca e frizzantina della montagna, senza più pensare alla strana sconosciutache aveva, per pochi istanti, incrociato il suo amaro destino.Più che di un'allucinazione si poteva trattare di una bizzarraestranea, qualcuna che aveva deciso di farsi il tragitto dalpaese principale sino alla clinica per qualche suo motivo del tutto speciale, evitando i mezzi pubblici e quelli privati. Di certo non era una degente: Nessuno dei ricoverati pigliavala carrozzabile principale, se non per giungere il primo giornoe andarsene in una bara, l'ultimo. Si levò dalla sdraio verso le 17.30 e si rifugiò nella sua stanza. Era l'orario delle visite ma Lui, evidentemente, non aspettava nessuno. Quindi cominciò a vestirsi per la passeggiata tardo-pomeridiana e pre-serotina,indossando comodi pantaloni di velluto che gli arrivavano al ginocchio e calzettoni a larghi quadretti rosso e gialli sotto pesanti stivali da montagna, poi una camicia di lana ruvidae in sommità un ridicolo cappello tirolese. Certo, era tuttocosì patetico e grottesco, ma un uomo che stava per morire,e in modo talmente acrimonioso, non aveva nessun diritto di fare il difficile.(Continua)