gemini

Bobby VII


"In quale stanza sei?" "La 18." "Sei sul mio piano. Ben strana coincidenza. Il postoè grande." "Quando non siamo in grado da Noi stessi è il Destino che provvede per Noi." Bobby si sentiva confuso e con un grammo di felicità nel palmo della mano. Un sorriso inebetito gli solcava la faccia mentre sorseggiava il suo modesto bicchiere di vino. Quella donna, una delle più tenere controversie amorose della sua vita, era tornata a cercarlo e ora stava lì, di fronte a Lui,il cappellino stropicciato in mano, gli occhi verdi che vagavano per l'ambiente ricercato del bar, i piedi che si strascicavano nervosamente sul pavimento e tante domande mute sulle labbra pallide. "Non c'è molto da divertirsi quassù"Disse Lui "Si fanno grandi passeggiate, si sta all'aria aperta sul terrazzo e ognitanto si eseguono dei controlli di routine." Non lo disse ma pensava :cosa puòaverti spinto, fanciulla mia, sino quassù in mezzo a dei tubercolotici e di fronte a un uomo che è solo la pallida ombra di quello che era tanti anni fa? Lei, quasiavesse intuito il suo pensiero, pose la borsetta e il cappellino sul tavolo che Li separava e mormorò, come in un sussurro :"Come stai, Bobby? come Ti sentiora, in questo momento?" Lui chinò la testa a seguire una minuscola vena nel legno :"Adesso spaventosamente bene. Prima ero nel mio solito stato di apatiae indecisione. Stavo preparandomi alla passeggiata prima di sera." "Ti va se Ti accompagno?" Lui si illuminò integralmente, come un picco inondato dal sole al tramonto :"Certo che mi fa piacere. Però non puoi seguirmi con quelle scarpe,hai bisogno di calzature più solide." "Nessun problema. Vado al taxi e prendo il mio bagaglio e lo porto su in camera mia. Mi rassetto un attimo e ci vediamo tra mezzora. Ti va? Tu ordina pure un altro bicchiere di vino." Annuì e si fecerecare un quarto di riesling mentre la osservava sgambettare verso il taxi all'uscita e discutere con l'uomo e poi con il facchino, che si caricò di tutti i bagagli e cominciò, dopo avere attraversato la hall, a salire in ascensore fino ai piani superiori. Alice aveva congedato il taxista e dopo lanciato un timido cenno del capo a Bobby si era avviata per le scale fino alla stanza numero 18. Lui intanto aveva ripreso a centellinare il suo vino e a gustarequegli strani momenti in cui non si percepiva più come agnello sacrificalema come uomo tornato in vita dopo una brutta esperienza nell'oltretomba. Era Amore? Era Pena? Poco importava. Lei era arrivata e non vi era piùsolo buio intorno a Lui, ma si era accesa una tiepida fiammella fatta di ricordi, speranze, parole e, perché no? Forse anche proprio Amore.(Continua)