gemini

Bobby XIII


"Puoi anche solo pensarlo, Bobby?" Fece Lei gettandosi sul letto e iniziandouna scena madre di disperazione e offesa. "Andiamo" continuò Bobby "Lo sai che abbiamo lo stesso, squallido, senso dell'umorismo, e che ci piace punzecchiare le persone che...ehm...ci sono più vicine. Comunque non posso negare di essere molto sorpreso dalla tua presenza." E cominciò agirare per la stanza con le mani intrecciate dietro la schiena. I pensieri gliturbinavano per il capo e non riusciva a celarsi il fatto che, dopo il beneaugurante spuntare di Alice, l'arrivo della madre e del suo giovane amantelo avesse gettato nella solita, profonda frustrazione. Era come se l'escursioneamorosa del giorno precedente non fosse mai esistita; cancellata  dalla violenta irruzione di Louise Jordan e dalla sua personalità irrispettosa e aggressiva. Arrestò il suo gironzolare nei pressi dell'enorme specchio e vi gettò un'occhiata distratta inquadrando Sir Anthony Montague alle sue spalle. Sapeva che avrebbe dovuto odiare quell'uomo, provare una profondissima antipatia e augurarsene la rapida dipartita, ma, malgradotutto, non provava nessuno di questi sentimenti: Quel ragazzone della sua età, malcresciuto ed esacerbato, era la parodia vivente di un viveurraffinato ed eccentrico, e sotto la maschera di esteta sottile nascondevaunicamente un pauroso vuoto interiore. Bobby se n'era accorto un annoprima in una villa presso Cap D'Antibes quando, ubriaco di brandy e cognac, lo aveva convinto a una passeggiata nel giardino della lussuosadimora sul fare dell'alba. Gli ospiti si erano tutti pressoché eclissati e restavano loro due e Louise Jordan, indecorosamente addormentatasu un divano in salotto. Anthony lo aveva preso sottobraccio e gli avevanarrato la storia delle sue vite tra un rutto represso e un passo malfermo.Bobby, anche lui abbastanza brillo, lo aveva ascoltato con tutta l'attenzioneche riusciva a fornire. E la storia era invero quanto di più bizzarro si poteva attendersi da un simile parvenu...vicende di incesti, di castelli bruciatinella terra avita dell'Irlanda settentrionale, fughe d'amore e duelli spietati,aborti procurati e guerre improvvise. A Bobby era parso di stare su una giostra e, poco dopo, aveva vomitato nell'angolo più nascosto del giardino.Sir Anthony Montague lo aveva sostenuto e supportato battendogli sulla schiena con discrezione, ma non aveva cessato di narrare con la sua querula voce, accompagnandosi con gesti vagamente effeminati. Bobbylo ricordava come in un folle dagherrotipo: i lunghi capelli ricciuti e scomposti, la bocca aperta e storta a elencare morti, amanti e feriti,il lungo bastone da passeggio dalla testa di gatto sventolato a mezz'aria.Ripensandoci qualche giorno dopo aveva capito la reale essenza di quel giovane uomo: qualcuno con una tragica odissea alle spalle e un futuro malcerto da nobile impoverito davanti a sé. Qualcuno che poteva contare solo sulla sua effimera (e discutibile) bellezza e una culturaclassica, seppure raffazzonata in alcuni punti, sicuramente solida. Da quella mattina non era più stato in grado di detestarlo pur essendoquello che era (il tragico mantenuto di sua madre) e pur provando un moto di indicibile repulsione al pensiero di come venisse infangata la presenza da qualche parte nel mondo di suo padre. Si staccò dallospecchio e dalla figura di Anthony e si accostò al letto, dove giaceva,ancora stupidamente piangente, sua mamma.(Continua)