gemini

Bobby XV


Sollevò lo sguardo dopo essere stato, lungamente, immerso nei suoi pensieri. Alzò gli occhie pure Alice era scomparsa senza che lui se ne accorgesse. Soffiò tra le labbra rumorosamentee pensò che quello doveva essere il destino della sua giornata: che la gente gli facesse il vuotoattorno, che la gente lasciasse terra bruciata intorno al suo accampamento. Non capiva da doveprovenisse la malasorte che lo stava perseguitando; in tutta sincerità non riteneva di meritarequel tipo di accanimento negativo. Certo, era stato infido nella sua vita, farfallone e vanesio,era stato banale e inaffidabile, traditore e imbroglione. Ma, che diamine, anche i suoi latipositivi dovevano essere messi nella tinozza insieme a tutti gli altri stracci e passati con energia,sbattuti, lavati, strizzati e messi al sole ignominiosamente come qualsiasi difetto? No, si risposefiero; non meritava tale disprezzo e brutalità e non era giusto fare di tutta la sua erba un fascioe gettarla da ruminare a qualche vacca pezzata in qualche aspro angolo di montagna. Nonvoleva finire nel bolo ed essere digerito come qualsiasi altro avventuriero ignobile. Dio solosapeva se, durante il giorno precedente, non avesse veramente pensato a ricostruirsi una vitapartendo da zero. Persino gli era insorta la speranza di potere guarire al fianco di Alice, diritrovare quell' ottimismo perduto nel corso degli ultimi mesi. Quel piccolo tesoro gli eraapparso come un inviato del cielo, una sorprendente ancora di salvataggio per evitare difinire a schiantarsi sugli scogli dell'esistenza. E ora poteva essere cambiato tutto? L'irruzionedi Louise Jordan aveva avuto il potere di riportare indietro le lancette e di fargli apparire tuttii difetti di Alice Muir? Sentì montare la collera verso la madre e, per un attimo, strinse i pugnifino a farsi sbiancare le nocche. Di certo ella non era arrivata solo per schernirlo o fargli dasostegno nei giorni che precedono la morte! Di certo stava elaborando qualche piano contortonella sua testolina cospirativa. Di certo doveva avere lasciato qualche conto in sospeso, e orafaceva irruzione nella sua esistenza per sciogliere gli stessi nodi irrisolti. La presenza di Anthonynon costituiva una sorpresa, abituato com'era, da anni, a vederlo nel ruolo di accompagnatorein carica del suo genitore. Sir Anthony Montague aveva la stessa impalpabile consistenzadell'aria, era superfluo ai piani di Louise tanto quanto un pelo di gatto è superfluo al peso diuna mano. La sua presenza non aggiungeva nulla, e non serviva a chiarirgli i progetti di quelladonna. Improvvisamente un mal di testa feroce cominciò a impadronirsi della sua persona esi vide costretto a stendersi sullo stesso letto fino a poco prima occupata dalla madre. Lacosa gli faceva un po' senso ma non riusciva a distendersi sul pavimento, e nel frattempopercepiva gli aromi forti di Louise, i suoi profumi invadenti e conturbanti, si rotolava affrantonell'odore lasciato da Lei. Alla fine non resistette più e si sollevò di scatto recandosi versola bacinella e versandovi ,abbondantemente, dell'acqua fredda. Si bagnò il viso e si frizionòil collo, poi si guardò nello specchio appeso di fronte a lui. E vide il ritratto di un uomo delusoe scornato, patetico e bruciato. I capelli gli si stavano diradando sulle tempie e un occhio erapiù piccolo dell'altro forse a causa del suo indugiare nel laudano e nella tintura d'oppio che,di sovente, lo sostenevano quando il peso della vita si faceva insopportabile. Rimase, concoraggio, a fissarsi e si sentì amaramente come un uomo che avesse ingannato sé stesso.Non era rimasta più traccia del vecchio Bobby e le sue speranze con Alice erano state uncompleto inganno: malgrado i suoi 37 anni, chi aveva di fronte era quanto di più simile a unuomo di mezza età o a un vecchio pugile suonato si potesse immaginare. Si guardò le gengiveopache e biancastre, si toccò le rughe agli angoli della bocca, e comprese che anche per luiera suonato il rintocco della resa dei conti.(Continua)