gemini

Bobby XVII


"Bobby" riprese incurante la voce di Mark Everard Fawcett mentre indugiavasu ogni dettaglio sgradevole del viso del figlio. "Papà. Quale cattivo vento..."L'uomo si asciugò le dita in un tovagliolo, poi scostò la sedia di lato per potereparlare con più tranquillità mentre sul suo viso si allargava, da un orecchioall'altro un sorriso sardonico e infelice. "Io e Betty siamo appena arrivati e,visto che la colazione era pronta sui tavoloni, abbiamo pensato bene...capisci..." Lo sguardo di Bobby passò involontariamente alla ragazza che era assisa nel posto accanto a quello paterno. Un brivido violento lo scosse.La ragazza non doveva avere più di vent'anni  e, senza dubbio, una volontàdi ferro per avere incrociato il proprio destino con quello del padre che, nel frattempo non smetteva un solo istante di esplorare ogni minuscola ruga di sofferenza che solcava il figlio. Si presentarono. Lei era una ragazza magra sino al dolore e al paradosso, un viso pallidissimo e parzialmentenascosto da lunghissimi capelli rossi, occhi verdi come giada e una manoche strinse quella dell'uomo con mollezza e scarsità di vigore. "Deve certamente compensare in qualche maniera una simile debolezza fisica"Rifletté Bobby." "Io ed Elizabeth eravamo a Milano di passaggio, cosìabbiamo deciso di fare un salto a trovarti. Non è un viaggio proibitivo.""No, sicuramente." Fu la risposta asciutta del figlio di fronte all'evidentebugia paterna. Mark Everard Fawcett si passò una mano possente sui corti e ispidi capelli bianchi. Era il ritratto della salute e non riusciva a celare quella sua prorompente vitalità nemmeno con il più serrato deglisforzi. Le pupille erano distanziate dal naso e la larga bocca testimoniavadi una sensualità ferina, prossima alla promiscuità. La pelle delle guanceera liscia e ben rasata e un anello con incastonato un opale gli aggraziavale dita robuste della mano destra. Bobby si chiedeva quale era l'inghippo per cui alcune delle persone a lui più vicine si fossero date appuntamentonell'Engadina e per quale motivo non riuscisse ad esserne contento neppure per un minuscolo frammento di tempo. L'aria puzzava non solodi tubercolosi ma anche di menzogna e inganno. E, fatto ancora più grave,lui non riusciva a sbrogliare la matassa con una domanda decisiva. Era come se il timore di vedere svelate le reali intenzioni di tutti i convenutipotesse apportargli un colpo fatale e feroce. Qualcosa che non sarebbestato in grado di sostenere. Comunque fece uno sforzo e cominciò ad articolare una sorta di discorso mentre si agitava tutto sulla robusta sedia. Grandi gocce di sudore presero a solcargli la fronte mentre il cuore era sul punto di far deflagrare la gabbia toracica. "Papà, lo sai...""Cosa?" "Non sei arrivato per primo. Mamma è già qui dall'alba insiemea sir Anthony Montague." Per una volta la matura impudenza di MarkEverard Fawcett parve subire il colpo. Scostò la sedia all'indietro, quasivolesse allontanarsi dal figlio e si fece pensoso mentre un'inattesa rugadi riflessione gli scompigliava la fronte perfettamente stirata.(Continua)