gemini

Bobby XXIII


 
"Allora si prepari. Indossi qualcosa di decente per unacamminata nella neve e non mi faccia attendere troppo.Io sarò pronto fra dieci minuti." Bobby trattenne a stentol'entusiasmo che gli traspirava da tutti i pori e fece dietrofront immediatamente, per rifugiarsi nella sua ampia stanza.Questa volta mise l'orecchio sulla porta prima di entrare,poi girò la chiave. Non voleva sorprese o trovare inquiliniper quanto improbabili ma, pur sempre, molesti. Fece ilsuo ingresso cercando di temperare la gioia che gliattraversava tutto il corpo come una scarica galvanica.Prese a vestirsi pesante in maniera rapida ed efficace.In pochi minuti era già pronto per l'uscita indossandopersino un colbacco regalatogli da suo padre tanti anniprima. Ai piedi aveva dei valenki sempre russi recuperatia un mercatino delle pulci, e, a fasciargli tutto il corpo,un bel cappotto di montone con dei risvolti di pelliccia dimartora. Indossò finalmente dei guanti di capretto edera pronto ad avviarsi incontro al suo accompagnatore.Uscì con il cuore in gola e il dottor Palubi gli stavavenendo incontro attraverso il l'ampio corridoio. "Allora?La vedo prontissimo per l'escursione!" "Anche lei, dottore.""Le confesso che anch'Io amo girovagare sotto la neve.Non è una cosa che faccio abitualmente e che ,tantomeno,consigli ai miei pazienti... ma assomiglia a un'esperienzamistica, l'immersione completa e senza mediazioni nellaNatura: come spingere la mano attraverso una barrierainvisibile." Bobby annuì serafico e, prendendosi a braccetto,i due s'avviarono da una delle uscite secondarie verso ilsentiero che conduceva ai laghetti di Flossen. Percorseroin scioltezza le prima centinaia di metri in notevole pendenzafino a quando il terreno battuto spianò e la neve cominciòa scendere sempre più consistente, attaccando con grossifiocchi al suolo. "Cosa l'ha spinta a questa bravata, Fawcett?"Chiese Palubi. L'uomo si pizzicò il naso con due dita guantatee lanciò un'occhiata colma di serenità al suo interlocutore."Voglia di pulizia, credo. Quando scende la neve ho semprel'impressione che si deterga l'orizzonte e che anche i mieipensieri diventino più lucidi. Ho un bisogno disperato dimettere ordine nella mia vita e di sciacquarmi i pensieridentro i laghetti di Flossen." "Detto così suona più tragicodi quanto appaia. Lei, signor Fawcett ha solo bisogno chela lascino in pace con le sue meditazioni. Deve depurarsi.Mondarsi della sozzura che ha incrostato la sua vita finoadesso. La tubercolosi è un dettaglio." Bobby lo squadròperplesso. Eppure sapeva delle visioni poco ortodosse diPalubi riguardo la tisi. "Intende dire che una migliore condottadi vita potrebbe influire sulle mie condizioni di salute?" "Nonlo dico. Ne sono sicuro." Robert Fawcett crollò lievemente la testa e si azzittì per immergersi nei pensieri tersi suggeritida quella fitta nevicata. Nel frattempo avanzavano con qualchedifficoltà ma furono rapidamente in vista dei laghetti di Flossen.Codesti erano due minuscole polle d'acqua affiancate, all'internodi un catino naturale formato dalle Alpi circostanti. Pur nellaloro essenzialità monastica trattenevano qualcosa di grandiosoe suggestivo e rimandavano alla purezza di esperienze primigenielontane da mondanità e corruzione. Era quello che necessitavaper ricomporre e restaurare un quadro sfregiato all'interno diuna composizione composta e antichissima. E così si sentivanoi due uomini giunti sino a quell'altezza: minuscoli granelli di polveresopra una specchio assolutamente limpido. (Continua)