gemini

Attaccato al muro insieme all'ombra III


Poi incontrai il whisky e anche quella può definirsi una svolta. Erosempre stato un ragazzo morigerato e con una effimera tendenzaal masochismo. Mai mi era transitato per il cranio che esistesserodegli anestetici attraverso i quali la realtà perdesse la sua auraminacciosa e fosse devirilizzata dei suoi aspetti più insidiosi elugubri. Per me fu come avere incontrato Gesù Cristo in Persona.Forse fu a una festa alla quale ero stato sorprendentementetrascinato che lo conobbi. Ancora me lo ricordo, torbido e gialloattraverso una bottiglia verde. So che ne rimasi incantato fin dalprimo istante, e so anche che quella sera rubai per la prima volta.Infilai la bottiglia sotto la giacca e mi allontanai sveltamente daquel mediocre party nel quale stavo naufragando. A casa, dopoavere salutato i miei genitori, mi sedetti sulla sponda del letto esvitai il tappo della bottiglia verde. Ne gustai un piccolo sorsoche quasi mi fece andare all'indietro, tramortito. Poi, con iltrascrorrere dei minuti cominciai ad abituarmi al sapore dolciastroe asprigno al tempo stesso. Mano a mano che che l'alcol scendevanelle mie budella la stanza assumeva contorni sfumati e malcerti,la voglia di parlare da sola mi saliva prepotentemente alla boccae iniziavo discorsi sconclusionati sulla scuola e la mia famiglia.A fianco di queste reazioni una pesante sonnolenza mi pigliavale ginocchia e la testa ma non volevo essere colto l'indomanidai genitori con una bottiglia vuota di whisky ai piedi del mioletto sfatto. Vi ho detto che dalla tenera infanzia avevo sviluppatouna tendenza all'autopreservazione che possedeva dell'incredibile.Nessun turbamento o stordimento mi impediva di cancellareeventuali tracce delle mie malefatte con una maniacalità eprecisione impeccabili. Questo poteva valere per una masturbazionesolitaria oppure (Come in questo caso) per celare un'ubriacaturasolenne. Così riposi la bottiglia verde, alla quale mi ero giàattaccato con un affetto sovrumano) nel mio mobiletto privatissimo.Dietro qualche libro imponente, che tenevo più per scena che perreale interesse. Non sono mai stato un lettore accanito: la mia vita,come avrete capito, era un soddisfacimento di bassi piaceri e unrestare a galla nella vita con ogni mezzo. Non ho mai visto al di làdella lotta per la sopravvivenza e del brutale confronto con i mieisimili. Se solo i più forti sopravvivono, ebbene Io sono qui, aquarantasette anni, ancora in piedi mentre tanti di coloro che miirridevano o giudicavano con sufficienza e scherno hanno tiratoil calzino oppure menano una vita infelice in qualche famigliatenuta insieme con lo spunto. Io, al contrario, sono ancoral'artefice di me stesso.(Continua)