gemini

Attaccato al muro insieme all'ombra V


Fu durante un inventario presso un gigantesco ingrosso di colorinella mia città che reperii la mia strada: Feci un'ottima impressionerispetto ai ragazzi che erano lì solo per racimolare un pugno diquattrini e mi guadagnai la stima del responsabile, che mi dissedi farmi vivo una volta terminato quel lavoro da due giornate.Ero preciso, tenace, sveglio e nel mio settore fui l'unico a farele cose per bene, senza saltare nulla, senza ammanchi, senzaerrori grossolani. Mi piaceva quel settore, e avevo ventisei anni.Nemmeno potevo immaginare che ne avrei trascorsi nella dittaaltri ventuno. Vi entrai con sicumera e decisione, non da timidoe raffazzonato gregario ma già con l'idea in testa che avrei fattodi quel posto la mia vita e che ne sarei stato pure soddisfatto.In pochi anni da commesso divenni capo banconista e, malgradoil lavoro fosse noioso e squallido ne ricavai qualche brivido eun certo orgoglio. Fu Marika (una commessa che si muovevaa trenta metri da me) a contribuire in questa direzione. Dio! Seera pigra, indolente ed incapace quella ragazzina. Eppure eratrattenuta perché attirava i clienti. Era piccola e bionda, e ladivisa della ditta le donava decisamente. Possedeva due occhilanguidi e lascivi, delle curvette avvolgenti che ti imponevano diguardare due volte, un culetto ad anfora greca che mi distraevacontinuamente dai conti e la pronuncia con la erre moscia chemandava un brivido lungo la schiena fino ai lombi e a tutto ciòche v'era nei pressi. Insomma piaceva a metà del posto e l'altrametà vi faceva dei pensieri irripetibili. Ripeto: come commessaera un aggeggio infernale, un'assoluta incapace e una piagasul culo ma faceva divinamente il suo lavoro di rappresentanzae per me, che avevo avuto solo delle tempestose avventurea cabotaggio limitato, si trasformava, giorno dopo giorno, in unsogno proibito. Sapevo di avere il futuro a basso voltaggio. Nonero un brutto ragazzo ma nemmeno sfolgoravo. Ero abbastanzaalto ma ancora magrissimo e pietoso. Tendevo a non abbronzarmie a caratterizzarmi per un colorito giallognolo da eccessivareclusione. Pure il mio stipendio era ancora scarso e mi restavanoda pagare alcune rate della ford fiesta. Quello che mi salvavaera l'espressione: uno che non ti promette mari e monti mala costanza del bulldog. Qualcuno su cui potevi contare, senzagrilli per la testa, spiriti contraddittori e mani bucate. E forse, inquel momento era esattamente ciò che Marika cercava.(Continua)