gemini

Attaccato al muro insieme all'ombra VII


 
Questa era la mia natura. Profondamente conservatrice ma screziatada un'insicurezza e timidezza di fondo. Come un'ostrica nera dentroun guscio bianco. I miei obbiettivi erano molto concreti, così come la mia natura, ma rimanevano macchiati da una sensibilità che faticavoa celare, un'emotività che, levatami la maschera del lavoro, mi procurava le pene dell'inferno. Casa mia, malgrado l'atmosferamortuaria che talvolta vi s'installava, restava un nido sicuro che nonavevo intenzione d'abbandonare. Nonostante ciò trascorrevo buonaparte del mio tempo libero con Marika: in giro, al cinema, in trattoria,a qualche concerto oppure a scopare nell'appartamento che condividevacon Elena, una cameriera presso un bar di un grosso centro commerciale.Sessualmente il nostro accordo era completo anche se avevo una certeritrosia verso la penetrazione, probabile eredità di un complesso d'Edipoda tempo irrisolto. Per il resto le cose giravano e funzionavano in un modoche sembrava quello giusto e la mia ragazza non mi dava motivo di gelosia o di sospetto. Francamente, sembrava innamorata pazza. Qualche notte,a casa, mi alzavo dal letto e scivolavo in bagno dove mi spogliavo e osservavo con attenzione il mio corpo. All'epoca ero magrissimo e le scapole mi fuoriuscivano dalla schiena come due ali di un angelo, le costole si delineavano brutalmente e la rientranza della pancia facevauna certa impressione mentre le gambe somigliavano a due steccheda biliardo in libera uscita. Mi impressionavo. Mi trovavo brutto e una certa insicurezza aumentava. Non così per Marika, il cui amore parevacrescere in proporzione ai disvalori che Io stesso mi attribuivo. Del restonon mi era difficile leggere l'invidia e la rabbia dei colleghi di fronte al nostro rapporto che bruciava come combustibile dato alle fiamme. Intuivo gli sguardi furtivi alle nostre spalle e le battute grossolane che ci avvolgevano come una cappa insopportabile. Pochi riuscivanoa sopportare che Simone Benvenuti, preciso ma incolore banconistasi facesse una fregna di quelle proporzioni e molti, in silenzio, si attendevano il momento in cui quella situazione paradossale sarebbeesplosa. Ma trascorrevano i mesi e i piaceri si inanellavano come tessere di un domino. Fu anche un periodo di viaggi: Belgio, Spagna,Scozia. E lei mi si stringeva forte mentre il mio masochismo toccavavette mai raggiunte prima. Così come il disgusto verso me stesso.Cominciavo a guardarla con sospetto e cercavo ogni pretesto per stuzzicarla e provocarla sul nostro reale amore. Lei abbozzava e inclinava la testa di lato prima di stamparmi un lungo bacioappassionato sulle labbra. Capivo in quei momenti di essere solocon il mio odio.(Continua)