gemini

Attaccato al muro insieme all'ombra XIII


Ricordo che sputai per terra, ostentatamente. Le parole melliflue dimio padre mi rivoltavano lo stomaco, così come il suo solito modo di fare: untuoso e ipocrita. Lui s'arrestò nella narrazione e prese a fissare in maniera ostinata la finestra. Restammo così, finché mi feci violenza e sussurrai: "Ebbene?" Lui mi diede l'impressione di riaversi o come di uscire da un sogno e continuò con voce monotona:"Cominciammo a frequentare i motel e Io mi assentavo da casa conla solita scusa di tirare tardi sul lavoro, ma a tua madre importava poco; mi ha sempre considerato poco più di un soprammobile.rientravo e mi infilavo nel letto con ancora il profumo di Elisa tra le dita e sulla bocca e..." "Maiale. Vecchio, disgustoso maiale." Le parole mi erano uscite da sole ma ben descrivevano il mio stato d'animo e tutta la mia rabbia di fronte alle parole repellenti di quel piccolo parvenu che avevo subito come padre. "...Io non ti permetto!"Fece alcuni passi nella mia direzione e Io gli mollai un sonoro schiaffosulla guancia destra, facendolo barcollare. Lui si sfregò con la manola parte offesa e arretrò fino al punto da cui era partito alla carica. Lofissavo con un astio che avrebbe potuto uccidere. E fu allora che ilsuo atteggiamento mutò repentinamente: un sorrise beffardo affioròalle sue labbra e spalancò gli occhi in modo innaturale, poi si raschiòla gola e riprese a concionare stando bene attento che ogni parola risuonasse chiara e sonora nell'angusto spazio della mia stanza."Mi disse di essere incinta dopo un anno che ci frequentavamo, e,stranamente la cosa non mi terrorizzò né mi mise a disagio. Ero, anzi,quasi felice di diventare padre una seconda volta seppure fossi avantinegli anni. Mi sentivo pienamente giustificato e persino felice all'ideadi costruirmi una seconda famiglia." "Perché non ti sei separato e seiandato a vivere con la tua Elisa?" Luigi mi squadrò sospettoso e con un riflesso maligno: "Lo avrei fatto, stai pure sicuro che lo avrei fatto.Aspettavo solo che la mia compagna desse alla luce il mio erede. E Così avvenne. Non potei assistere al parto poiché ero a casa con Voi ma tutto andò bene tranne qualche complicazione per Elisa. Neppurelei era più tanto giovane e, malgrado l'ottimo risultato, fu un parto travagliato. Forse fu da quel punto che la mia compagna iniziò a nonriprendersi più. Ad assisterla c'era sua sorella: una bellissima zitelladi nome Helga che si prese cura del frugoletto fin dal primo istante.""Quando vedesti per la prima volta il piccolo bastardo?" Feci, calcandosu ogni sillaba. Mio padre fece finta di non avere sentito e continuònella sua cronaca cantilenante: "Decidemmo di chiamarlo Danilo, comemio nonno. Era un nome che piaceva a entrambi e così fu. Lo vidi in ospedale due giorni dopo. Devo avere anche la foto da qualche parte.""La seconda famiglia Benvenuti" Bofonchiai avvicinandomi alla portaper uscire da quella situazione soffocante e recarmi al lavoro. "Aspetta"Urlò lui afferrandomi il braccio con dita grifagne: "Pensi forse che abbiafinito?"(Continua)