"è la tragedia!" Sentì dire Danilo "Lo ha colpito molto profondamente.""Succede spesso" Rispose un addetto mentre mi facevano stendere su un pancaccio con la mia giacca a sostenermi la testa e i piedisollevati. "Ha preso qualcosa? Un calmante?" Fece un altro degliaddetti. "Un nozinan intero" rispose il mio fratellastro "Ma non è abituato. L'avevo visto stravolto e ho pensato che potesse renderlopiù tranquillo." "Bella idea." Udì in risposta "Gli tenga i piedi sollevatifinché si sentirà in grado di camminare. Il nozinan ha un'emivita piuttosto lungo." Poi tornarono al loro lavoro chiudendo l'immensoportone. "Lascia perdere. Ce la faccio a muovermi. Prendi, piuttosto,gli effetti personali di mamma." Danilo fece come gli avevo detto e ritornò da me con una busta trasparente parzialmente colma di oggetti. La accarezzai senza avere il coraggio di aprirla. Poi, ancora intontitomi misi seduto sospirando e risucchiando aria nei polmoni. " La primaparte è fatta." Dissi scuotendo la testa "Ora andiamo a vedere morirenostro padre." Non rammento lo sguardo che ebbi in risposta ma possoimmaginarlo: inebetito e stravolto. "Perché? ti aspetti un miglioramento?è un blocco renale. Alla sua età. Sai cosa significa? Ebbene non staròqui a spiegartelo ma porta diritto alla tomba." "è quello che ti aspetti,Simone? Muoia Sansone con tutti i filistei? Il male porta peggio? Lasciamo crepare anche la speranza? Vuoi vendicarti di Luigi?" Ioero obnubilato e nebbioso. Il nozinan stava ancora pestando duro e affioravano dalla coscienza e dai suoi recessi cose indicibili. "Sonomolto provato, Danilo. E pessimista. Quando il sasso cede rotola finoin fondo alla scarpata e porta con sé una frana." "Non dobbiamoabbandonarci alla disperazione. Hai mai pregato?" "Fanculo! Non mi metterò in ginocchio a pretendere pietà da chi ha fatto schiantaremia mamma contro un treno. Fallo tu se ci tieni tanto." Tornai a sedermimentre il mio fratellastro si rifugiava in un angolo dell'immenso ospedalee sprofondava in meditazione. Gli vedevo sussultare le spalle e la testaandare avanti e indietro come fosse un fedele ebreo. Non potevo immaginare dove avesse appreso quello strano modo di rivolgersi a Dio. Passarono cinque minuti, forse ne passarono dieci, finché con la voce ubriaca di farmaco lo arrestai brutalmente: "Ehi, Santa Teresa,dobbiamo muoverci. Papà ci aspetta e chissà che gli rechiamo un po'di luce e serenità per affrontare quel brutto momento." Danilo lesse il sarcasmo nella mia tirata ma si limitò a staccarsi dall'angolino ea camminare con piccoli passi nella mia direzione. "Ho la vagasensazione che stiamo prendendo residenza in questo posto." Ebbiil coraggio di biascicare. Poi ci avviammo, sostenendoci a vicenda, verso i piani alti. Nella mano stringevo la busta trasparente e gli occhimi si velavano sul punto di empirsi, finalmente, di lacrime. (Continua)