Creato da gioia731 il 10/03/2008
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« Dedicato alla mia bambina |
Era un giorno infrasettimanale, la scuola era cominciata forse da qualche mese; anche i pomeriggi cominciavano a raffrescarsi, ma c'era ancora un tiepido sole dell'autunno che ci dava ancora l'energia per giocare fuori all'aperto. Il pulmino giallo della scuola ci stava portando a casa; che caos, gridolini, schiamazzi, i bambini giravano liberi, o quasi, ogni tanto l'autista ci intimava di stare buoni e seduti al proprio posto. Io e mia sorella maggiore eravamo sedute composte e silenziose, guardavamo fuori dal finestrino. Ecco il passaggio a livello le sbarre erano alzate, il pulmino rallenta, ondeggia pesantemente sui binari. Mi alzo in piedi scavalcando mia sorella, lei mi segue, mi affianco all'autista e gli dico: "dobbiamo scendere lì, dopo la grande fabbrica di pietre rosse, è là la via Gandhi". Il pulmino si accosta proprio all'inizio della stradina di sassi. Prima di scendere, faccio notare all'autista il nome che c'era scritto nel cartello:" lì c'è scritto via Gandhi, con l'H"; lo dico con tono concitato per fargli notare che so leggere. Essere arrivata in prima elementare, frequentare la scuola dove c'era mia sorella maggiore , mi faceva sentire grande, proprio come vedevo lei. Scendiamo dal pulmino, ci sistemiamo i giubbotti, e ci avviamo verso casa , ci aspettano 300 metri di camminata. Mentre mia sorella s'incammina nella stradina di sassi, io salgo sull'argine, arrampicandomi con le mie manine sull'erba. Era meravigliosa la vista dall'alto. Rimango a contemplare il panorama per qualche attimo; Il fiume abracciato dal verde degli argini scorre veloce dalla parte inversa alla nostra. Ogni tanto butto l'occhio giù, verso la stradina, per controllare se mia sorella è ancora lì. Gli faccio notare le carriate dei pneumatici sui sassi: L'ombra più grande è delle ruote del trattore del nostro vicino, le più piccole sicuramente sono della bicicletta della mamma. Eccoci vicine a casa, piccola e un po' malandata, è dei 1900. La nonna esce e va dietro la casa, torna con una bracciata di legna, la chiamo e la saluto. Mia sorella va dritta a casa, mentre io proseguo ancora per qualche metro sopra l'argine, fino ai 2 piloni di cemento, ci salgo sopra e mi metto a gridare qualcosa per sentire l'eco, mi diverte. Sento in lontananza il tintinnio delle sbarre che scendono, fra un po' dovrebbe passare il treno, guardo, con i miei occhietti svelti, a destra e sinistra, per capire da che parte arriverà. Mia nonna mi chiama, ma io non le rispondo. Eccolo arrivare da destra, ero in fremito, mi alzo sulla punta dei piedi e comincio a sbracciarmi salutandolo urlando , si avvicina , il frastuono del treno smorza la mia voce acuta. Lo seguo con lo sguardo fino a quando , dopo il ponte di ferro, scompare.
Mia figlia ha cominciato a darmi i voti...il precedente post il voto era 10, mentre questo 10 con lode! Ciao a tutti.
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