Una riflessione di Adriano sul sabato sera italiano mentre a Gaza è l’inferno
Celentano: noi nel bunker davanti alla tv
«Ballando con Milly e con le stelle per non pensare alle scene di guerra»
Brava Milly, il tuo «Ballando con le stelle» è una nostalgica
boccata d’aria di pace che ci distoglie, sia pure per poche ore, dalle
grida di dolore che ci arrivano dall’eterno conflitto tra la Palestina
e Israele. Ecco cosa provavo nel guardare il tuo spensierato spettacolo
che con tanta bravura hai condotto e messo a punto con accurata
precisione.
Un sano divertimento mischiato a un senso di nostalgia come quella
che provavano i soldati americani al fronte, dove di tanto in tanto gli
veniva concesso di distrarsi dalla morsa della guerra, con uno
spettacolo di varietà e di belle donne appositamente organizzato per
loro. Brevi attimi di respiro dunque, per un’Italia nel bunker, decisa
a non voler pensare (finché si balla) a chissà quali tragedie leggeremo
l’indomani sulla striscia di Gaza. Ma per quanto gradito e frizzante
appaia il tuo spettacolo, certo non è facile estraniarsi del tutto,
come invece hanno fatto per decenni l’Europa e l’America. Ma non volevo pensarci, ora siamo nel bunker al sicuro, mi dicevo, e
dobbiamo goderci lo spettacolo. Ma l’ostentato buonismo fuori luogo del
simpatico Sposini nel dare il voto ai concorrenti, mi faceva tornare
alla mente l’Europa e l’America che non è certo per buonismo che loro
invece se ne lavavano le mani dell’eterno conflitto fra i due popoli.
Specialmente dei palestinesi, senza una patria i cui confini sono
andati smarriti durante l’insediamento degli ebrei. Un insediamento che
pur se ottenuto con la violenza ha avuto, a torto o ragione, il
riconoscimento di tutte le nazioni per l’immane tragedia subita dai
nazisti durante l’olocausto. Un gesto probabilmente dovuto agli ebrei,
che così tanto han sofferto e non avevano un posto dove stare. Ma come sempre accade, anche in quella circostanza il mondo si
dimenticò e continua a dimenticarsi sempre dei più deboli. E non è
difficile pensare che tali dimenticanze solitamente avvengono perché i
più deboli non hanno soldi. E allora come si risolverà pensavo: i
palestinesi hanno ragione, ma anche gli ebrei non hanno torto. Però ci
sono più di ottocento morti di cui la metà sono civili, donne e
bambini. Mi piacerebbe sentire il parere di questi ottocento morti.
Loro senz’altro lo sanno di chi è veramente la colpa di tutta questa
tragedia. E senz’altro ora conoscono anche il modo di come risolvere il
contenzioso fra i due contendenti. Ma non possono parlare. Perché sono
morti. (Continua
qui tutto l'articolo)Ho letto questo intervento di Celentano sul sito del Corriere della sera e l'ho fatto mio ... perchè per una volta sono d'accordo con lui...Abbaimo voglia di distrarci non pensare.. che a Gaza, in Iraq e in tante altre parti del mondo si continua a morire... anche ora....