Contrappunti

FOCACCIA VS FOCACCIA. LA SINGOLAR TENZONE TRA QUELLA BARESE E QUELLA ALTAMURANA


 ALCUNI MESI FA, PRESSO IL CIRCOLO TENNIS DI BARI, HO PRESENTATO UNA DELLE PIU’ SINGOLAI MANIFESTAZIONI CHE M’E’ CAPITATO DI INCROCIARE, IL PROCESSO ALLE FOCACCE. DALLA FELICE INTUIZIONE DEL GASTRONOMO-GIORNALISTA-BANCARIO SANDRO ROMANO, CAPURSESE D’ADOZIONE, E’ NATO UN EVENTO CHE POTREBBE ESSERE REPLICATO (IN ALTRI LUOGHI E CON ALTRI CIBI) CON L’IDENTICO SUCCESSO, DI PUBBLICO E DI ORGANIZZAZIONE (clicca qui PER  L’ARTICOLO SULLA RIVISTA ON LINE ITALIA A TAVOLA).Il processo s’è celebrato a Bari. C’erano gli imputati. Gli avvocati difensori. La giuria popolare. La corte. Più d’un teste è stato chiamato a deporre. E c’è stato un verdetto finale. Inequivocabile. Inappellabile. Alla sbarra, due focacce. La focaccia d’Altamura, preparata da Vincenzo D’Ambrosio. La focaccia di Bari, preparata da Giovanni Di Serio. L’aula del tribunale (più d’un aula bunker, un’aula forno…) è stata allestita presso il Circolo Tennis, luogo cult del capoluogo.Tutto nacque da uno scritto di Onofrio Pepe, presidente dell’associazione altamurana del fungo carboncello. La provocazione intellettual-gastronomica scatenò un dibattito per nulla fatuo: Pepe contestò la primazia della focaccia barese, contrapponendo e anzi anteponendo ad essa quella all’altamurana che, soprattutto nella versione “a terra”, è a suo parere più buona della concorrente.Sandro Romano, console per il Sud Italia dell’Accademia italiana di gastronomia storica e presidente dell’associazione La Compagnia della lunga tavola, lanciò l’idea di celebrare il “processo”.  .A difesa della focaccia murgiana, il giovane avvocato  murgiano Tonia Clemente; di quella metropolitana l’avvocato Onofrio Sisto, presidente del Circolo Tennis, uno dei principi del Foro barese. Invitati a comporre l’assise che ha valutato la controversia, si sono assentati i sindaci di Altamura Mario Stacca e di Bari Michele Emiliano. Presente e presidente, invece, il presidente della Provincia Francesco Schittulli.Numerosi i giurati e i testimoni. Puntuti e puntuali gli interventi di addetti ai lavori come Mino Maggi, Giacomo Giancaspro, Michele Erriquez e Pasquale Procacci Leone; giornalisti come Onofrio Pagone e Nicola Sbisà, Antonella Millarte e Vincenzo Rizzi; e ancora Nico Cirasola (il regista di Focaccia blues), Felice Giovine, Vittorio Stagnani e Massimo Melpignano.Tra un'escussione e l'altra, tra un'arringa e una deposizione, non sono mancati momenti di spettacolo (c'erano anche Dante Marmone e Tiziana Schavarelli) e, soprattutto, di degustazione. La focaccia prima di tutto.PER LA CRONACA, IL PRIMO GIUDICE, SCHITTULLI, HA LETTO CON FARE SOLENNE LA SENTENZA: NON LUOGO A PROCEDERE, PARITA' ASSOLUTA.