Il bacio della vita

La prigione 93


Era giunto il momento, Michele cominciò a spogliarsi, rimanendo in mutande. Il suo corpo lasciava trasparire una pancetta, accumulata grazie ai dolci consolatori consumati in carcere alla fine dei pasti. Dorotea non perse l'occasione per guardarlo da ogni angolazione possibile che la stanza gli consentiva di raggiungere, l'attrazione per quell'uomo era troppo forte, in lui c'era un mix di mascolinità e di dolcezza particolari, esaltati dallo sguardo magnetico dei suoi profondissimi occhi neri mediterranei. Inoltre lo vedeva conciliante e disponibile ad ascoltarla anche in situazioni al limite morale come quella che stavano vivendo. In un certo senso, si considerava più esperta di lui della vita, più avanti nel saper nuotare nelle acque profonde del ventesimo secolo. Probabilmente, inoltre, lui esaltava in lei anche l'istinto protettivo materno che non aveva potuto riversare su di un figlio. <<Stenditi Michele>> lo invitò Antonio, dopo avergli fatto infilare il camice operatorio. <<Mettiti la mascherina anche tu>> disse poi a Dorotea. <<Adesso girati su di un fianco in contrapposizione alla tua mano sinistra, non guardare, farò in fretta>> Gliela prese dunque, infilando velocemente l'ago con l'anestetico, subito dopo Michele sentì freddo nell'arto e la sensazione di non avere più quel pezzo del suo corpo. Pochi minuti e il dottore fece l'asportazione. <<Ecco fatto>> <<Già fatto?>> <<Certo>> <<Complimenti, non ho sentito nulla>> <<Adesso puoi guardare>> Michele girandosi vide le dita della mano fasciate dentro le bende bianche. Dorotea gli sorrise compiaciuta, come un direttore d'orchestra vedeva il suo piano andare nella giusta direzione, il sogno diventare realtà. Ormai non restava che tornare in carcere ed aspettare che arrivasse il ventotto del mese per inscenare la prematura dipartita di Michele. <<Grazie di cuore, Antonio, sei davvero una persona sincera e un amico su cui contare>> <<Per te Dorotea io ci sarò sempre, volevo bene a tuo padre e per me sei come una figlia>> Michele li vide abbracciarsi e lei baciarlo sulla guancia; in quell'istante pensò a quanto fosse bello provare e ricevere affetto da qualcuno paragonandolo al vuoto della sua vita. Non potè far altro che rattristarsi e Dorotea lo notò subito. <<Che succede? Stai bene?>> <<Sì, tutto ok, solo un attimo di malinconia, in questi anni ho perso tutti i legami>> <<Ma adesso hai me! Non sarai più solo>> <<La vita è strana, stupenda e terribile assieme..., scusami, sto diventando filosofo...>> <<Non devi scusarti>> gli rispose lei girando lo sguardo e aprendo il vano portaoggetti davanti alle sue gambe <<E' solo un bene riflettere sul senso della vita, anche se, personalmente, credo sia difficile trovare una risposta completa sul perché siamo qui. Fammi una cortesia, prendi quel paio di guanti ed infilateli, non voglio che, quando rientreremo, le guardie si accorgano che hai subito un intervento>> <<Cavolo, hai proprio pensato a tutto vedo...>> <<C'è in ballo il nostro futuro, non posso permettermi errori>> <<Tornando al discorso di prima>> continuò Michele, infilandosi lentamente i guanti <<Spesso mi chiedo perché Dio non ci metta una pezza allo schifo di questo mondo, mi sembra assurdo lavorare per i soldi, sprecare il tempo a pagare tasse, ti rendi conto, dover pagare per avere del cibo, per avere un tetto?>> Dorotea gesticolò con la mano destra nell'aria per dare forza alla sua risposta <<Non troveremo mai le risposte Michele in questa vita, però converrai con me che se hai i soldi, visto che le cose stanno così, si vive meglio...>> <<Questo è poco ma sicuro>>. Infine rientrarono nel carcere sotto un accenno di neve, l'aria della feste appena passate era ancora consistente ma dentro Michele il caos emotivo cominciava ad espandersi. Diede un bacio a Dorotea, come al solito, al riparo da sguardi indiscreti, stringendole le chiappe con le mani, avrebbe voluto amarla, possederla, quasi a consolarsi per quello che lo disturbava dentro. <<Caro, non possiamo, non oggi anche se mi spiace infinitamente, quando mi tocchi si muove tutto dentro me, se tu infilassi la tua mano... te ne accorgeresti>> Nell'incrocio di lingue immediatamente successivo era evidente la calda passione che animava i due alla ricerca di un compenso fisico e morale dello stress che avevano dovuto patire. In Dorotea però prevalse, anche se a malincuore, la ragione. <<Abbi pazianza, vai adesso, avremo tutta la vita per noi, ricorda, tutta la vita, io e te>> MIchele non rispose ma con gli occhi manifestò di essere d'accordo, le gettò un bacio con la mano e se ne uscì raggiungendo i secondini che erano fuori ad attenderlo.