Il bacio della vita

La prigione 98


Dorotea seguiva una determinazione lucida ed agghiacciante nel raggiungere i suoi scopi, piegando ad essi, anche sentimenti e rapporti umani.L'unico che l'aveva sempre frenata e governata era stato il padre e adesso che anche lui era venuto a mancare, nessuno avrebbe potuto fermarla o condizionarla. La macchina filò veloce sulla strada, come compagna di viaggio, la radio trasmetteva un vecchio successo di Giorgia. <<Come si intitola..., uff, ecco, sì, "Come saprei", che bella questa canzone, Michele porta pazienza ancora un tantino e poi vedrai cosa saprò farti io>>. Mezz'ora dopo, suonò il clacson ,arrivando alle porte del penitenziario allegra come una bambina poco prima di ricevere il regalo di compleanno. Lo scorrere del cancello gli indicò di avercela fatta. Salutò le guardie con la solita dolce freddezza e infilò la macchina dentro il granaio. La cosa sembrò subito strana a Raul che si chiese come mai la donna facesse una cosa così insolita e senza farsi notare, fingendo di dirigersi al bagno, si precipitò ad osservare dalla finestra sul retro. La vide scendere dalla macchina, chiuderla con il telecomando e andarsene dopo aver accarezzato con la mano il bagagliaio. <<Che diavolo combina questa...>> pensò, senza però riuscire a trovare una spiegazione logica del perché avesse messo la macchina proprio in quel posto anziché al parcheggio. <<Tu! Che stai facendo?>> Una guardia dal torrione lo notò e lo costrinse ad allontanarsi subito. <<Tranquillo, mi pareva di aver visto un topo...>> <<Quelle bestiacce, dappertutto sono!>> <<Vado in mensa è quasi ora vero?>> <<Esatto>> concluse la guardia, tenendolo sott'occhio fino a vederlo entrare nella sala pranzo. Dorotea non stava più nella pelle, proseguì la sua corsa, muovendo veloci i suoi piedini sul terreno, fino a raggiungere il corridoio dei detenuti. <<Aprite, ho bisogno del detenuto 88>> <<Buona sera direttrice, ma è ora di cena...>> <<Francesco, chi comanda qui?>> <<Lei, direttrice, lei>> <<Non discutere allora, c'è un imprevisto e ho bisogni che quel uomo raggiunga il granaio e mi sistemi la macchina>> I sistemi di sicurezza si aprirono uno dopo l'altro permettendo alla donna in ansia di raggiungere il suo compagno. <<L'accompagno, non si sa mai>> <<Francesco, sei davvero un bravo ragazzo, tua moglie è una donna fortunata>> Il rumore dei tacchi risuonò nel corridoio, avvertendo tutti i detenuti della presenza della donna, occhi si affacciarono alle feritoie per guardare. Anche Michele rimase a bocca aperta vedendo la bellezza splendente di Dorotea. Nelle donne innamorate succede qualcosa che va oltre le cure estetiche, il cuore le trasforma per la meraviglia che concede loro di provare. <<Sei tu, stavo per andare a cena, ormai non ti aspettavo più a quest'ora>> <<Vada pure, io voglio parlare due minuti prima con lui>> <<Ok, ma se serve sono qui fuori>> Come la porta si richiuse, Dorotea si buttò nell'abbraccio forte e passionale del suo amante, i due corpi quas si sollevarono da terra, presi dall'impeto di quel attimo rubato. <<Sei la mia donna>> quasi gridò Michele, baciandola ripetutamente e mordicchiandole il labbro inferiore <<E tu sei la mia vita, il senso di ogni cosa>> rispose lei. L'eccitazione nel suo corpo di donna si moltiplicava assorbendo la tensione del delitto, impastandola con la voglia erotica nell'attesa dell'azione teatrale della morte di MIchele.