Il bacio della vita

La prigione 104


Il risveglio di Dorotea fu dolce quando lo vide arrivare e delicatamente accomodarsi nel letto di fianco a lei. <<Eccolo il mio cameriere gentiluomo!>> esclamò decisa. <<Per te tesoro servizio in camera,ma non farci l'abitudine, in genere sono pigro alla mattina e adesso dammi un bacio qui, proprio qui sulla mia bocca>> Lei lo fece facendo schioccare le labbra. <<Sai Michele, anche stanotte non ha fatto altro che confermare che tu sei quello che voglio dalla vita. E' stato tutto così naturale, istintivo e coinvolgente. Ogni cosa di te mi è piace, l'odore..., i tuoi sapori, i modi che hai, per non parlare delle tue mani... mi sanno toccare>> <<Forse è il destino che ha voluto che ti incontrassi, non faccio nessuno sforzo per cercare di piacerti, ti piaccio così come sono ed è una cosa bellissima!>> <<Cosa vuoi dire?>> <<Non riesco a spiegarlo completamente, ma è come se con gli altri avessi dovuto sempre mettere una maschera ed interpretare il ruolo che loro si aspettavano da me, con te mi sento libero di mostrare la mia natura. Ecco sì, mi sento libero>> <<Sono commossa, belle parole, soprattutto da uno che è stato chiuso in una prigione tanto tempo, credo di capire. In una cella o fuori nella vita di tutti i giorni siamo prigionieri di convenzioni, schemi, idee, complessi, quasi mai riusciamo ad essere noi stessi>> <<Proprio questo, anche nel fare l'amore con la mia ex moglie non riuscivo ad essere io, mi aveva creato un blocco psicologico. Ci vuole chimica e sintonia cerebrale>> Passarono poi alcuni minuti di relax in cui essi consumarono la colazione e si profusero delle coccole affettive, tutto perfetto fino a quando Dorotea non ricordò a Michele che cosa doveva ancora accadere. <<Caro, ti ho procurato i documenti nuovi>> <<Amiga, lo sa bene Manuel Santos!>> <<Ho preso un biglietto del treno per Torino, parte alle 11.00, ti ho prenotato anche un albergo nei pressi della stazione per stanotte>> <<Ma non partiamo assieme domani?>> <<No>> rispose lei un tantino impacciata <<Devo sistemare la faccenda con Victor>> Michele si rabbuiò come se gli fosse caduto addosso l'inverno <<Ho capito, mi spedisci perché lui verrà qui stasera>> <<Ti ho già spiegato, mi fa male parlarne ancora, ti prego, è l'ultimo ostacolo sul nostro futuro. Io sento che devo farlo e nelle cose vado sempre fino in fondo>> <<Comprendo, ma mi girano le palle, non potremmo tirarlo sotto in macchina? Perché ci devi proprio andare a letto>> <<Non lo capirai ma te lo spiego lo stesso: voglio che lui pensi di aver vinto su tutti i fronti, che si senta un dio in terra, all'apice della sua vita, morire gli brucerà cento volte di più così e soffrirà come un cane prima di andarsene da questo mondo, gli si spaccherà il fegato.. Se dovesse sopravvivere sarebbe per noi una minaccia terribile ma io ho curato ogni particolare, sono meticolosa.