Il bacio della vita

La prigione 109


Dorotea, tirò le gambe verso di sé, stringendole al petto con le braccia. Tutto sembrava essersi concluso secondo quanto lei aveva programmato, non restava che raggiungere di lì a poco Michele e cominciare una nuova vita, liberi e benestanti. L'idea la rendeva piena di vita e capace di superare ogni prova subita. Si alzò andando a preparare il caffè, come era sua abitudine fare; la voce di Victor che cantava "ti pretendo" di Raf, le fece comprendere che dalla tazza il suo ormai ex socio si era infilato sotto la doccia. Pochi minuti e se lo ritrovò bello pimpante davanti agli occhi. <<Adesso mi sento meglio! Quando la faccio prima metto l'acqua caldissima e poi concludo con quella fredda. E' come ricevere una strigliata, dopo mi sento pieno di energia!>> <<Capisco, bisogna godersi ogni giorno, qualcuno sostiene che bisognerebbe sempre viverlo come se fosse l'ultimo>> << Non ci penso alla morte, prendo quello che posso, Dorotea, in fondo, sarò uno stronzo, ma non ho voluto io venire in questo mondo e se non mi fossi dato da fare avrei vissuto da pezzente come hanno fatto i miei genitori>> <<La vita non va sempre come vogliamo noi, mio padre non doveva morire>> <<Ancora con questa storia? Ma ti sei proprio fissata!>> <<Lui era tutto per me, il senso stesso di ogni cosa per cui ho vissuto>> <<Che cazzo ci vuoi fare? Non possiamo cambiare il passato>> L'espressione di Victor si mostrava impacciata, traspariva chiaramente la sua voglia di andarsene da lì a breve. <<Vado, adesso vado, ma se vuoi stasera torno e facciamo il secondo round!>> Disse lui con un sorriso malizioso stampato sulla faccia. <<Chi non muore si rivede..., chissà>> <<Giusto, giustissimo, alla prossima scopata!>> Finalmente sparì alla vista di Dorotea lasciandole la possibilità di sfogare la sua rabbia tirando con forza la tazzina vuota contro il lavandino. La osservò nel suo frantumarsi in briciole di ceramica. <<Bastardo, stasera ne riparliamo del tuo fegato!>> Poi però la ragione riprese il sopravvento, doveva infatti preparare ogni cosa e raggiungere il suo amato perchè l'aereo sarebbe partito quella sera. La sua mente era già dentro l'altra vita, quella immaginata, sognata e consumata mille volte nella testa. Victor scese al piano terra, sentendo di avere lo stomaco in disordine con dolori che aumentavano sistematicamente e voglia di defecare in modo isterico. <<Cosa diavolo si deve fare per una trombata...>> Sotto ad attenderlo, Calogero che, poveraccio, aveva passato la notte dormendo in macchina. <<Svegliati!>> gli urlò nell'orecchio Victor facendolo saltare per aria. <<Andiamo, devo trovare subito un cesso>> Salito in macchina, Victor riaccese il cellulare, lasciato spento perché nessuno gli rovinasse la serata. <<Vediamo se mi ha cercato qualcuno>> Dopo pochi secondi l'arrivo di un sms del gestore lo avvisò che la sera prima lo aveva cercato una sua vecchia conoscenza. <<Idraulico liquido? Che cavolo poteva volere da me ieri alle 10,30?>> Victor digitò in fretta il numero. <<Sono io, allora? Che è successo?>> <<Ho paura a dirtelo>> <<Ma sei diventato scemo? Sputa>> <<Ho saputo che Dorotea è al corrente che le hai ucciso il padre per addossare la colpa a Michele>> <<Non dire minchiate, me la sono appena fatta>> <<Lei sa e ti vuole uccidere>> <<Ma secondo te una che vuole vendetta nei miei confronti, passerebbe la notte a letto con me?>> <<Hai corso un bel rischio>> <<Senti, chiamami solo per cose serie e adesso vattene a cagare, visto che ci devo andare pure io!>> Victor chiuse la telefonata, ancora ignaro di quanto Dorotea fosse stata sottile per vendicarsi. Tutt'altra notte quella di Michele, passata a camminare lungo i viali di una infreddolita Torino, dopo aver lasciato i bagagli nella stanza prenotata dalla sua compagna. Dentro un cappotto di pelle con il bavaro alzato, aveva continuato ossessivamente a pensare alla serata di Dorotea con Victor. Avrebbe potuto fidarsi di lei? Avrebbe potuto pensare che una persona senza scrupoli nei confronti del mondo, sarebbe stata, per tutta la vita, compagna fedele e romantica? La logica gli diceva che, se era stata disponibile ad avere dei rapporti con l'uomo che le aveva ucciso il padre, al primo girar di vento probabilmente non ci avrebbe messo né uno né due a cambiare atteggiamento e prospettiva. Tutto quel bel manuale fatto per i carcerati, quegli stessi carcerati che poi faceva ammazzare per averne un guadagno in soldi contanti gli fecero comprendere chi o cosa era Dorotea <<Dentro quel corpo vivono due donne diverse, eccola la spiegazione>> Il bene all'estremo e il male all'eccesso coesistevano in lei che aveva trovato in Michele il suo paradiso emotivo.