Il bacio della vita

Il bacio della vita


Raul beve. Non è una novità, ormai è diventato un alcolista cronico, un uomo che si nasconde durante il giorno. Un essere umano che lavora, che si relaziona dentro un'apparente normalità mentre dentro la mente si espande la follia. Una lucida, presente e attenta pazzia. L'analisi della quotidianità diventa spietata falce che taglia quel che resta della voglia di vivere. << Cosa cazzo mi rimane da salvare? L'unica cosa che mi serve è una corda appesa alla ringhiera della scala>> Definire con lucidità come farlo cancella la delusione del passato, rendendo lontani il senso di fallimento, il marcimento del passato << Oppure con la macchina...>> ma dentro ha ancora un barlume di lucidità. L'obiettivo è farla finita, ma senza che altri ne subiscano le conseguenze. Già, un buono dentro come lui, deve uscirsene da solo dal buco di merda di vita in cui chissà quale Dio bastardo lo ha cacciato. Il pensiero è fisso, ammorbidito solo dall'alcol, non c'è futuro nella vita, il desiderio è quello della fuga. <<Tanto, poche settimane e nessuno si ricorderà di chi sei stato, dei pensieri che hai tenuto dentro>>  Raul tira su l'ennesimo bicchiere, mentre alle sue spalle gracchia, come una nuvola di cicale, la televisione. <> Com'è diverso questo mondo da quello immaginato quando aveva vent'anni, puttane, politici corrotti e collusi, il senso di non aver nulla davanti se non un enorme montagna di problemi. <> Come dargli torto? Una ex moglie in cura dallo psichiatra, affondata dentro la depressione più nera, una vita alla deriva in cui lui si sente coinvolto ma inerme comparsa. Responsabile, peccatore, colpevole e comunque impossibilitato ad agire. Una smorfia di sorriso ironico spacca la rigidità di quel viso gonfio di vino e dolore. Ci sono lacrime che non riesci a tirare fuori ma che comunque spaccano dentro. Raul conosce bene questa sensazione. Ha vissuto, respirandone l'odore puzzolente, la depressione fin da giovane. Forse addirittura ci si è assuefatto come un drogato incallito. Nessuna prospettiva dentro un lavoro che non gli piace, la nausea di fronte ad una realtà di sopportazione, la prospettiva di morte di genitori anziani.  La vita lo aveva preso per il culo, lo aveva illuso, coccolato, contrastato con violenza e adesso ne provava forte un senso di ribrezzo. Una corda avrebbe risolto il problema. La vita gli aveva fatto male dentro, tutto era inutilmente presente, falso e doloroso.