Creato da laprigione il 14/03/2010

Il bacio della vita

romanzo a puntate

 

 

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La prigione 91

Post n°93 pubblicato il 08 Settembre 2010 da laprigione

Il giorno dell'epifania, arrivò la telefonata del suo amico dottore <<Lui è qui, si può fare>> <<Procedi, hai le foto e il video, oggi ti porto Michele in persona per le impronte>> Il piano cominciava a diventare concreto, di fretta e furia Dorotea compilò un permesso speciale per portare fuori il detenuto 88, poi mise il foglio in mano alle guardie. <<Portatemelo>> Loro si guardarono uno con l'altro, stupiti di ricevere un ordine simile, proprio all'epifania. <<Andate e fate presto>> <<Ma direttrice...>> <<Evitatemi la paternale, sono perfettamente capace di badare a me stessa>> rispose Dorotea, tirando fuor dalla borsa la sua beretta d'ordinanza e spiattellandogliela sotto il naso. La cosa avrebbe suscitato ovviamente un certo scalpore all'interno del carcere ma quello era un fattore secondario, rispetto all'esigenza primaria del suo progetto di fuga. Anche Michele rimase stupito ed allibito di venir prelevato dalla cella proprio quel giorno. Raccolse le sue cose e si infilò il vecchio cappotto grigio che gli era stato consentito di tenere nella sua cella, poi si affacciò nel cortile, seguto con lo sguardo da tutte le persone che potevano buttargli gli occhi addosso. La vide, dentro un bellissimo cappotto nero in pelle, più lungo del solito, al di sotto del quale sfilavano le gambe avvolte nella pregiata seta nera fino alle scarpe. <<Certo che è sempre un bel vedere...>> disse Michele cercando la condivisione delle guardie che lo tenevano stretto. <<Stai zitto>> rispose uno dei due, tirando fuori le manette e legandogli i polsi. <<Ciao Michele>> lei gli sorrise in modo tenero. <<Come mai le manette? Qua dentro non le ho mai portate...>> <<Servono perché usciamo, devi venire con me>> <<Cosa? Ma che succede...>> <<Vieni, entra che ti spiego. Grazie ragazzi andate pure, da adesso in avanti me ne occupo io>> Dopo di che chiuse la porta alle sue spalle. Michele infastidito dal non capire si girò verso di lei, ancora appoggiata alla porta <<Mi vuoi spiega...>> ma non fece tempo a finire la frase che lei, velocissima gli tappò la bocca con un lungo bacio passionale. <<Andiamo dal mio amico medico, ha recuperato il cadavere giusto>> <<Intendi dire quello a cui hai intenzione di affibiare la mia faccia?>> <<Esattamente, servono le tue impronte, ma ti spiegherà lui tutto nel dettaglio>> <<Vedo che ti fidi di me, cazzo le manette...>> <<Senti, io non mi fido di nessuno e poi non potevo farti uscire senza neanche un minimo di precauzione, ho già fatto miracoli per non avere dietro la scorta>> Erano mesi che Michele non metteva il muso fuori da quelle quattro mura e quindi annuì. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di respirare l'aria al di là dei cancelli. Salire in macchina quel giorno gli parve come quando da piccolo andava alle giostre, un emozione che gli accese una luce intensa nello sguardo e non potendo resistere, tirò giù il finestrino con tutte e due le mani. La macchina infatti era un modello un pò vecchio non ancora dotato di vetri elettrici, ma poter sentire l'aria fredda che gli si stampava sulla faccia, sfidando la temperatura intorno allo zero, non aveva prezzo. Anche a costo di un raffreddore ne sarebbe valsa comunque la pena. <<E' la prima volta che ci facciamo un giro assieme, sono felice>> commentò Michele ricevendo in cambio un sorriso aggraziato da parte di Dorotea. <<Non è che tenterai di scappare vero?>> <<Scappare? Per andare dove, non ho più un posto a cui tornare, nessuno si aspetta di vedermi>> La macchina camminava spedita lungo la strada, tutt'intorno la neve aveva reso pacato il paesaggio dove spiccavano ancora, qua e là, alcuni alberi di natale ancora vestiti con addobbi colorati e luci ad intermittenza. Dopo circa un'ora, arrivarono davanti al passo carraio di una sontuosa villa, circondata da un parco dove si ergevano molti pini argentati. Il cancello automatico cominciò ad aprirsi. <<Certo che non se la passa male il tuo amico...>> <<E' uno dei migliori nel suo campo, molti personaggi importanti hanno avuto qualche "aggiustatina" da lui>>.La serranda del box era automatizzata e cominciò a sollevarsi non appena loro gli arrivarono davanti, lasciando intravedere, all'interno, dimensioni fuori dal comune. <<Qui dentro ci stanno comode almeno sei macchine>> commentò Michele, curioso di vedere la faccia di quel genio della chirurgia estetica. Dopo qualche istante lui venne loro incontro <<Dorotea, sei sempre un fiore>> <<Antonio, mi sa che fra qualche anno avrò bisogno del tuo intervento>> gli rispose lei, baciandolo su entrambe le guance. A Michele venne da ridere vedendolo. Si trattava di un ometto paffutello, pelato e con un paio di bitorzoli sulla faccia. <<Cavolo, questo è come il ciabattino che ripara le scarpe agli altri e va in giro con le sue bucate>> Si capiva chiaramente che a dispetto della attività che svolgeva, non gliene fregava niente di apparire. <<Lui è Michele>> disse Dorotea presentandolo. <<Piacere..., devi essere molto importante per questa donna, visto i rischi che sta correndo per te>>

 

 

 

 

 

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Commenti al Post:
TheBlackLily
TheBlackLily il 08/09/10 alle 13:19 via WEB
^___^ complimentato e sminuito di nuovo Michele.. se fossi in lui, il complimento del medico l'avrei sentito come un pugno nello stomaco.. ma insomma, non c'è possibilità di scelta al momento... si dice che in amore non esiste orgoglio, ma io credo sia una legge non scritta della natura che l'uomo deve essere almeno di un dito sopra la donna per vivere felici.. l'uomo sminuito anche se di poco entra in conflitto con se stesso e di conseguenza non riesce piu a vivere un rapporto sereno con la sua donna.. Michele sara un eccezione?... so che il mio discorso non ha tanto che fare col romanzo, ma semplicemente con lo stato di un uomo qualsiasi nella posizione di Michele.. ho l'abitudine di provare a mettermi nei panni dei personaggi nel mio cercare di capire le azioni di ognuno..
 
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