MASSA: 1915-1918

IL REGGIMENTO CAVALLEGGERI ALESSANDRIA ED ERNESTA BITTANTI A MASSA, 1919


MASSA 21 APRILE 1919ERNESTA BITTANTI, VEDOVA BATTISTI MADRINADEI CAVALLEGGERI ALESSANDRIA Il 3 Novembre 1918 il Reggimento Cavalleggeri di Alessandria entrò a Trento, tra gli ultimi baluardi austriaci. Su come andò la storia e se davvero furono loro i primi ad entrare, sono state scritte diverse pagine e ciascuno che abbia letto un pò di letteratura, diari, epistolari sull0argomento, tragga le proprie conclusioni. Per quanto mi riguarda, ho idea che si sia trattata di una parata concordata, con tanto di fotografi al seguito pronti ad immortalare lo storico momento: dalle Donne Trentine che omaggiano con Gargliardetto faticosamente cucito, a rischio e pericolo loro, al Sindaco in elegante abito nero che stringe la mano al colonnello Ernesto Tarditi, in alta uniforme. Piero Calamandrei, nelle sue lettere, scrive di esser arrivato a Trento un paio di giorni prima, a bordo di una moto, insieme ad un compagno. Ma questo non è argomento del mio articolo, lascio ad altri e a ciascuno le proprie elucubrazioni.A me interessa raccontare ciò che avvenne a Massa, città lontana dal fronte, ma dichiarata zona di guerra, nel lontano aprile 1919, in un santo giorno che era il Lunedì dell'Angelo, la prima Pasqua dopo la guerra!Partiamo da Trento, qualche mese prima...Gli squadroni del glorioso reggimento entrarono ordinati nella Piazza del Duomo, avanzando in formazione.Restarono in zona guerra anche dopo l'Armistizio e solo agli inzi del 1919 ripresero la strada del ritorno. A gruppi di quattro squadroni, circa 640 uomini ed altrettanti cavalli, partivano dal nord per ritornare alla loro caserma a Lucca, in Toscana.Un episodio particolare lega la storia di questo reggimento alla piccola città di Massa (MS) dichiarata zona di guerra dal 1915 in poi.Nell'aprile 1919 il Reggimento Cavalleggeri si trovava così a transitare nell'alta Toscana, con necessità di fermarsi per una tappa di riposo. Il Reggimento Guide precedette l'Alessandria di circa una settimana, chiedendo alle autorità di Massa l'ospitalità per i quattro squadroni.Nonostante fosse ancora militarizzata e intasata dalle truppe, la città cercò di organizzare al meglio l'accoglienza e nel giro di una settimana si trovarono gli spazi per alloggiare la truppa, gli ufficiali e anche per lo stallaggio delle centinaia di cavalli al seguito. Quando il primo squadrone avanzò verso il centro città, quegli uomini a cavallo, sfiniti dalla fatica, impolverati dal viaggio, trovarono una folla festosa ad accoglierli dal Teatro Guglielmi a Piazza Umberto I (oggi Piazza Aranci) e più in là, lungo via Palestro.Nel giro di pochi giorni, la città fu invasa dallo scalpitare degli oltre 600 cavalli sistemati in gran parte dentro il verde parco di Villa Massoni che il Marchese Gasparo aveva concesso in uso per lo stallaggio durante tutto il periodo di guerra ed oltre.Il 21 Aprile 1919 in onore dei Cavalleggeri Alessandria fu allestita, in Piazza Umberto I, una grande festa. Il giorno prima si era celebrata la prima Pasqua dopo la guerra e quel lunedì dell'Angelo il sole scaldava la piazza, la guerra era davvero finita! Alla presenza di tutta la popolazione e delle autorità cittadine, gli squadroni dell'Alessandria, ripuliti e rifocillati, sfilarono acclamati attorno alla piazza sino a raggiungere il portone del Palazzo Ducale dove ad accoglierli si trovava una madrina d'eccezione, invitata ed appositamente arrivata sulla sua auto da Forte dei Marmi.Davanti al Portone di Palazzo Ducale, in piedi sulla sua decapottabile, stava infatti Ernesta Bittanti, la giovane vedova di Cesare Battisti. Accanto a lei, in piedi, i due figli più piccoli. Dal Balcone del Palazzo, il prefetto Moro declamò i suoi ringraziamenti, ricordando anche i cavalleggeri apuani caduti. Tra questi il giovane Sandrino, il Conte Alessandro del Medico di Carrara.Il corteo a cavallo si spostò poi nella vicina Piazza Mercurio dove un'altra folla li attendeva insieme al saluto delle autorità municipali.Il 25 aprile, il Reggimento riprese la sua formazione e si diresse infine a Lucca, a casa, nella sua caserma.Uno squadrone rimase invece a Massa, nella Caserma Martana, fino a nuovo ordine.La guerra era davvero finita, ma si stava prospettando un periodo ben più difficile per la provincia apuana e per l'Italia.Dal volume "Massa 1915-1918. Cronache e storie della Grande Guerra", 2015