MASSA: 1915-1918

Antonino Cascino, un generale diverso


 Antonio Cascino Siate la valanga che sale, non c'è sosta che sulla cima! Cento anni fa, moriva per le gravi ferite riportate nella cruenta battaglia della Bainsizza, uno tra i generali più illuminati e benvoluti dalla sua truppa, la valorosa Brigata Avellino. Un educatore, un riformatore.Antonino Cascino era nato in Sicilia, Piazza Armerina il 14 settembre 1862. Giovanissimo, ad appena 17 anni compiuti, supera l'esame di ammissione ed entra nell’Accademia di Artiglieria di Torino, dove riesce presto a distinguersi per le sue doti e presto viene scelto per addestrare le reclute dell’esercito. Cascino si configura subito come un educatore per la sua umanità nei confronti dei giovani analfabeti che gli arrivano da ogni parte. Istruirli, trasformarli in bravi soldati e restituirli al Paese come onesti cittadini diventa la sua missione. In questo suo ruolo di educatore, si impegna nel cercare nuovi e più efficaci metodi di addestramento, pubblica diversi saggi in proposito. Gli viene offerta una cattedra all'Accademia Militare di Modena, città in cui si trasferisce ed dove incontra la contessa Pia Taccoli, divenuta sua moglie nel 1899.A Modena ebbe modo di formare diversi giovani ufficiali che avrebbero poi tenuto le sorti nella Grande Guerra. Diversi di questi ufficiali furono toscani, rampolli del nobilato o dell'alta borghesia.Alcuni suoi allievi furono proprio apuani, tra questi anche Giorgio Schiff Giorgini,il Conte Alessandro del Medico ed altri ancora. Il ruolo di educatore di anime di Cascino si evidenziò soprattutto nel corso della Grande Guerra.Numerose le testimonianze della sua benevolenza, della sua attenzione verso i suoi soldati. Sincera e bonaria, tanto da essere considerato come una sorta di padre o di nonno. Durante i lunghi mesi di guerra, il suo nome divenne famoso grazie ad una curiosa tattica. Alla metà di agosto 1917, il maestro Arturo Toscanini, pure lui sotto le armi, raggiunse Cascino sul Monte Santo. Ammirato dalla considerazione che la Brigata aveva per il suo generale, d'accordo con Antonino, Toscanini assicurò alla sua banda una posizione protetta e poi diede il via alle musiche, suonando ininterrottamente inni italiani dal 25 al 29 agosto del '17, in faccia agli austriaci. L'evento ebbe grande eco e fu riportato da tutti i rotocalchi, anche esteri.Questo momento di grande tripudio fu putroppo il preludio, un po' come il canto del cigno, per il generale Cascino e per la sua Brigata. I suoi uomini si caricarono e risollevarono al suono di quella musica, si distesero gli animi. Ma la guerra non dà tregua... incalza e grida!Il 15 settembre,il giorno dopo il suo 55° compleanno,Cascino ed i suoi ragazzi sono impegnati nella conquista del Monte S.Gabriele. Il generale è al loro fianco, li segue, li incita, li soccorre. Una grossa scheggia di granata arriva impazzita e lo colpisce, grave, ad una coscia. Antonino non si cura del sangue e del dolore.Sotto il bombardamento impietoso,continua a preoccuparsi dei suoi ragazzi, non vuole abbandonare il campo di battaglia, vuole aiutarli a mantenere quella disgraziata posizione, bersagliata tutt'intorno dalle artiglierie avversarie.Due giorni dopo, stremato dalla febbre e dall'emorragia, viene ricoverato in ospedale. Morirà all'ospedale di Quisca, dopo 12 giorni di agonia,devastato dalla setticemia. La Brigata Avellino, vittoriosa nella presa del Monte, perdeva il condottiero che l'aveva formata.Al generale verrà concessa una Medaglia d'Oro V.M.«Nobile figura di condottiero e di soldato, diede costante e mirabile esempio di ardimento e di valore alle truppe della sua divisione, recandosi a condividere con esse, sulle prime linee, tutte le vicende della lotta. Gravemente ferito da proiettile nemico, volle ancora mantenere il comando, finché ebbe assolto il suo compito della giornata, stoicamente sopportando il dolore della ferita, che poi lo condusse a morte.»Nella Foto: il Generale Cascino è il primo a sinistra, in prima fila, con subito accanto Toscanini, con la bandiera come il vicino ten. col. Baldo Rossi; chiudono la fila il Cap. Giuseppe Solaro e il Cap. Remo Guzzi.Approfondimentihttps://it.wikipedia.org/wiki/Antonino_Cascino