Il prima ed il dopo

Disordine (2)


-         Più o meno sì ma, Max, detto tra noi, che ce ne frega di quale parola sia più giusta per definire una certa cosa?-         Niente, perché come dicevamo poco fa niente è giusto o sbagliato. Però questo racchiude qualcosa di molto più importante.-         Vale a dire?-         Se io dedico una parola ad uno stato che in natura non esiste, vuol dire che, in senso figurato, è come se stessi comprimendo o deformando lo stato naturale delle cose per dargli una forma innaturale. Racchiudere un concetto innaturale in una parola comporta che questa parola conservi una certa energia data dalla deformazione. Chiaro?-         Oddio, chiaro. Diciamo di sì, ma solo se continuo a pensare che sia un concetto figurato.-         Ovviamente Paul; si tratta di un pensiero nato così, senza senso, solo per giocare con i pensieri. il fatto è che poi mi sono chiesto se quello che avviene in una parola avviene anche in ciò che quella parola racchiude.-         E…-         E la risposta è sì!-         Ed è quello che temevo…-   Non credo sia l’unica cosa che tu debba temere Paul. – ed a quel punto Max divenne meno euforico ma più serio. - Niente è in ordine in natura  o meglio, qualsiasi cosa è in ordine ma non nell’ordine che noi concepiamo come tale. In pratica tutto è in disordine fin quando qualcuno non decide di comprimere le cose e dar loro un aspetto diverso. Pietra, terra ed acqua, non sono altro che quello, e vivono tranquille nel loro disordine fin quando qualcuno non decide di trasformarle in una casa. Per farlo ne modifica lo stato con forza, imprimendo ad esse un energia che rimane intrappolata  nell’ordine che gli viene dato.-   In pratica – lo interruppe Paul - è come se  qualsiasi oggetto allo stato naturale avesse una consistenza elastica.-    Esattamente. Se lo deformi, quell’oggetto cercherà di tornare al suo stato naturale.Insomma, quando un oggetto non riesce a trattenere più l’energia che contiene, torna al suo disordine iniziale. Ecco perché le case crollano, ecco perché i bicchieri si rompono, ecco perché le bombe esplodono. Paul si concentrò a ragionare sul concetto, si era seduto da un bel pezzo ed ora aveva tirato a se le gambe abbracciandole al petto e poggiandovi sopra il mento.La teoria di Max non sembrava affatto stupida o campata in aria, aveva qualcosa di estremamente convincente, ma doveva avere anche qualche punto debole. Così Paul continuò a ragionarvi su fino a che non gli parve di averne trovato uno:  -         E che mi dici delle frane?-         Le frane… beh, le frane non sono altro che il terreno che cerca di tornare al proprio stato di disordine, come tutto il resto.-         Ok, ma non è stato l’uomo ad averlo messo in ordine in una montagna. -         Esattamente.-         Quindi?-         Quindi c’è qualcuno che deve averlo fatto al suo posto. Qualcuno che deve aver deciso di dare ordine alle cose prima ancora che l’uomo apparisse sulla terra.-         Insomma, mi stai dicendo che è come se Dio fosse stato il primo a mettere in ordine le cose del mondo… o dell’universo… bella scoperta…-         La scoperta non è questa Paul. La scoperta è che se continui a seguire il filo del ragionamento arrivi alla conclusione che Dio, avendo messo ordine nelle cose del mondo, ha agito contro natura. Pensaci Paul, probabilmente l’universo era qualcosa di molto disordinato prima che Dio vi mettesse le mani sopra.-         E questo cosa significa?-         Significa che tutti i fenomeni cui siamo soggetti, terremoti, catastrofi, eruzioni, cambiamenti climatici, sono frutto di un lavoro mal riuscito; del tentativo di governare forze che, nel corretto ordine delle cose, avrebbero dovuto operare in maniera diversa. Gli occhi di Paul si illuminarono di una luce differente, lasciò andare le gambe per mettersi in ginocchio di fronte al suo compagno e rispose:  -         Stai dicendo che chi ci governa e ci ha creato ha sbagliato progetto? Che non ha considerato qualche variabile? Che ha sopravvalutato le proprie capacità!?!?-         Forse, oppure che ne era ben conscio ma che ha deciso di continuare ad operare in questo modo, tanto… come dire… non era lui a rimetterci la pelle. -         Diamine Max, il tuo ragionamento ha un dannato filo logico. E’ come se stessimo vivendo in un mondo contro natura!-         Esattamente.-         Significa che per tornare allo stato naturale delle cose dovremmo riportare il disordine nell’universo o, almeno, cominciare dal nostro mondo.Max sorrise convinto, lieto di aver portato a bordo della sua teoria anche l’amico. -         Sì, direi proprio di sì.-         Ok, ok, supponiamo sia tutto vero. Quanto può convenirci tutto ciò? Voglio dire, assecondare la natura significa anche eliminare la razza umana. Me e te compresi.-         Paul, - Rispose Max - hai davvero voglia di vivere come un burattino nelle mani di qualcuno che, volente o nolente, sta testando su di te le sue capacità di progettazione? Sei sicuro di voler andare avanti chiedendoti ogni giorno quando questo ponte ti crollerà sulla testa, quando la terra ti si aprirà sotto i piedi, quando il calore finirà per scioglierti le budella?-         Non lo so Max, non lo so davvero. Paul aveva adesso un’aria vistosamente preoccupata. Si guardava intorno freneticamente cercando segni di qualche catastrofe intorno a se. -         Ok Paul, il tuo sconcerto è comprensibile. Io ho passato due giorni di panico quando ho terminato i miei ragionamenti. L’idea di vivere in un mondo pronto a crollarci addosso, ad inghiottirci, a schiacciarci da un momento all’altro non piace neanche a me.-         Cosa hai intenzione di fare Max? - Paul aveva adesso un tono da agnellino impaurito.-         Io direi di andare per gradi. Non è detto che la mia teoria sia corretta; potrebbero esserci fattori che non abbiamo considerato e che potrebbero dimostrare che le mie idee sono del tutto sbagliate. Per prima cosa occupiamoci di rendere il mondo consapevole di questa ipotesi, nel caso in cui si dimostrasse reale, potremo decidere se ribellarci a questo stato di cose e come farlo.Paul rimase a pensare qualche istante, poi si alzò in piedi e, nonostante le gambe tremanti disse: - Va bene, Max, mi fido di te. Muoviamoci subito. Non dovettero fare molti passi.Il fulmine che in quel momento si staccò dalle nubi fece un percorso del tutto anomalo, come guidato da una mano invisibile; deviò dalla sua rotta naturale e puntò deciso alla base del ponte. La sua punta si biforcò come la lingua di un aspide ed ognuna delle sue estremità centrò uno dei due uomini.Mai fulmine colpì con più violenza, né riuscì a polverizzare due individui in un istante, come fece quello. E’ questo ciò che succede quando si cerca di portare disordine, nell’ordine innaturale delle cose.