Prigione dei Sogni

Stille


Il cielo era scuro e carico di nubi. Come sempre sentì quel richiamo. Fin dall'infanzia ogni qual volta vedeva le prime avvisaglie di un acquazzone sentiva l'impulso di chiudersi in casa e piazzarsi davanti alla finestra. Le piaceva l'asfalto bagnato e quei fiumiciattoli che a volte l'acqua formava vicino ai marciapiedi. Gli altri bambini avevano paura di tuoni e fulmini, lei invece li adorava. Quando vedeva un lampo si metteva a contare per sentire dopo quanto tempo arrivava il rumore. Un'altra cosa che le piaceva fare era guardare in alto nel tentativo di focalizzare il punto esatto da cui scendevano le goccie di pioggia. Stava lì immobile per ore ed ore con lo sguardo perso nel vuoto. Ora non era più una bambina ma al richiamo della pioggia non aveva ancora imparato a resistere. Quella volta la sua attenzione fu totalmente attratta da alcuni goccioloni che rigavano i vetri della sua finestra disengando improbabili traiettorie.Ce ne era uno, più grande, che precipitava rovinosamente verso il basso in linea retta ed un altro che scendeva disegnando una specie di goffo scalino. Quest'ultimo in particolare, aveva conquistato la sua simpatia. Le sembrava che quella goccia, sfidando la forza di gravità, volesse sfidare il destino stesso! Si chiedeva chi la decidesse la sorte di quelle gocce d'acqua. Insomma, è chiaro che esse sono destinate a finire in qualche pozzanghera o magari a rimanere penzoloni su una ringhiera in attesa di evaporare, ma chi o cosa determina come esse debbano scivolare sul vetro della sua finestra? Perchè una va più a destra e l'altra tende più a sinistra? Chi o cosa stabilisce se due piccole stille si devono incontrare per formare una goccia più grande? Era del tutto assorta in tali congetture quando all'improvviso il suo occhio smise di osservare il vetro ed iniziò a vedere oltre il vetro stesso. Guardava tutte quelle persone che correvano a destra e a sinistra in cerca di riparo e pensò che, dopotutto, erano molto simili alle gocce di pioggia: così inevitabile la fine, così imprevedibili le traiettorie da scegliere o da subire. Lui le arrivò vicino silenziosamente, abbracciandola e baciandole il collo con delicatezza. Le appoggiò la testa sulla spalla sinistra e rimase lì con lei, senza dire una parola. La strigeva in silenzio. Rimasero così ad osservare la pioggia che cadeva, come una coppia di gocce incontratasi sulla superficie dell'esistenza...