Prigione dei Sogni

L'uomo al centro del mondo


Oggi vi narrerò la storia dell’Uomo al centro del mondo, colui che osserva dall’alto e che tutti giudica. Sta lì, superbo, sul suo alto scanno tra le nuvole, dove si è posto da solo, e osserva gli altri uomini, giudicandoli, compatendoli, pur sapendo che anche i piccoli uomini laggiù lo compiangono, perché quell’alto scanno loro non lo desiderano affatto, perché quell’alto scanno ha un unico posto su cui sedersi. Si sente superiore, lui, mille volte migliore degli altri uomini. Lo sa in fondo al cuore di avere qualcosa in più e la sua gentilezza, la sua disponibilità, sono solo una maschera dietro la quale è libero di ostentarla, questa superiorità. L’uomo al centro del mondo guarda lontano, a mille leghe di distanza, osserva il cielo e sa se pioverà. Eppure quanto è cieco l’uomo al centro del mondo! Volgendo lo sguardo sempre verso l’orizzonte continua ad inciampare nei sassi sulla sua strada. Sta ore ed ore a rimirare lo splendore di un tramonto ma non è capace di carpire la bellezza negli occhi di un suo simile. L’Uomo al centro del mondo si sente sempre nel giusto, non sbaglia mai, e se qualcuno gli fa notare un suo presunto errore lui lo fulmina con uno sguardo. Perché sono gli altri a non capirlo, sono gli altri che sono fatti in modo sbagliato. Ogni cosa gli è dovuta, a quest’Uomo al centro del mondo. Lui un poco di fatica per venire incontro agli altri non la fa mai, sono loro che devono capirlo e comprenderlo, che devono riempirlo di attenzioni. Egli è incapace di ascoltare, ma non lo sa e anzi è proprio il non saper ascoltare che rimprovera agli altri. Non è affatto semplice capire cosa pensa l’Uomo al centro del mondo, perché a lui piace da morire essere criptico. Adora l’espressione smarrita nei suoi interlocutori quando esprime un’opinione. Gongola nell’osservarli mentre brancolano nel buio per poi tendergli una mano fornendogli un altro enigmatico indizio. Ostenta grandezza, il piccolo Uomo al centro del mondo... Non può mostrarsi debole, deve suscitare ammirazione. Tutti devono riconoscere la sua onestà, la sua intelligenza, la sua bellezza. Ma più di ogni altra cosa a lui interessa che venga riconosciuta la sua diversità. E lo sapete voi quale è la parola preferita di quest’Uomo al centro del mondo? Scommetto che ci sarete già arrivati. Esatto, è proprio “io” la parola che più ama, quella che trova sempre posto nelle sue frasi. Da una parte c’è l’”io” e dall’altra c’è “voi” oppure “loro”, perché mai, e dico mai, lui potrebbe mischiarsi con la gentaglia come quella che osserva dal suo scanno: uomini corrotti, superficiali, sempre pronti a tradire, a rubare e uccidere. Perché, non dubitate, è così che li considera l’Uomo al centro del mondo. L’Uomo al centro del mondo non può dimenticare mai di sottolinearla questa sua differenza dagli altri, perché il motivo per cui si è posto lassù tra le nuvole, più in alto degli altri, è proprio per distinguersi da loro. Avrebbe potuto scavare, nascondersi da qualche parte, avrebbe potuto isolarsi e scappare ogni volta che vedeva un suo simile. Avrebbe potuto farlo, forse in realtà è proprio questo che ha fatto, con la differenza che invece di scavare in basso scava verso l’alto, scava verso il cielo.