Processo di Burgos

Il processo - 2° giorno (I)


Venerdì 4 dicembre 1970Anche la seconda giornata del processo ha inizio con una mezz'ora di ritardo. Le caratteristiche dei preparativi sono identiche a quelle del giorno precedente: lunga attesa sul marciapiede, questa volta sotto la neve, gruppo di familiari ed amici incolonnato sullo spiazzo di fronte al palazzotto, perquisizione (ma a dire il vero meno a fondo), nuova attesa nel cortile interno dove ci accorgiamo di un fatto significativo: la mitragliatrice al terzo piano è stata tolta e la finestra chiusa. Va inoltre segnalato che è aumentato il numero degli osservatori giunti da altre province spagnole e dall'estero, che siedono in aula entro un recinto speciale a loro riservato ed è pure aumentato il numero di giornalisti inviati da quotidiani, riviste, radio e televisione che possono entrare in aula senza troppe difficoltà al seguito dei giornalisti accreditati.Sono nuovi segni del cedimento delle autorità spagnole di fronte alla pressione della pubblica opinione mondiale.Oggi è venerdì e si riunirà a Madrid il consiglio dei ministri sotto la presidenza del generale Franco. Si parla della proclamazione dello stato di emergenza su tutto il territorio spagnolo quale conseguenza diretta del sequestro del console onorario tedesco di San Sebastiàn, Eugen Beihl.Ma lo stato d'emergenza, per lo meno in Guipuzcoa, ha già avuto inizio fin dal giorno stesso del sequestro: è assolutamente impossibile, per uno spagnolo, muoversi senza controlli. Non così per gli stranieri e soprattutto per i giornalisti stranieri che si recano nel paese basco per prendere contatto con la realtà della situazione, per sapere quali sono le reazioni di quel popolo di fronte al processo di Burgos, insomma per avere tutte quelle informazioni che la stampa, la radio e la televisione spagnole censurano drasticamente.E' giunto a Burgos un gruppo di sacerdoti baschi, amici e compagni di studio di uno dei due sacerdoti processati. Raccontano di scioperi, di manifestazioni, di negozi chiusi in segno di protesta, tanto a San Sebastiàn quanto a Bilbao e negli altri grossi centri delle province basche; di una grossa manifestazione a Cestona, la città natale dell'ormai celebre ex-campione europeo di pugilato Urtain, dove la caserma della Guardia Civil è stata assediata ed hanno dovuto far giungere rinforzi dai paesi vicini per mettere in fuga gli assedianti.Raccontano di barricate a Tolosa e nella periferia industriale di San Sebastiàn, di gruppi molto numerosi di fedeli che si chiudono nelle chiese in segno di silenziosa protesta. Nulla di tutto ciò viene pubblicato dagli organi di informazione spagnoli che in questi giorni il Ministero delle Informazioni controlla e censura con mano assai più pesante del solito.