Promontorio

due


Si stropicciò gli occhi.. Si stropicciò gli occhi e lanciò un'occhiata allo spicchio di cielo che si vedeva dalla finestra.Era nuvoloso. La sua solita fortuna. Una volta che, dopo mesi, si era preso una vacanza, aveva proprio scelto la settimana giusta.Era venuto al mare con la mente vogliosa di sole. Non l'aveva ancora visto.Fortuna che non pioveva, almeno quello. Si alzò dal letto e si vestì coi soliti abiti. Anche quel giorno avrebbe fatto una camminata, voleva arrivare al promontorio facendosi tutta la costa, con calma.Si sarebbe fatto preparare qualche fetta di pane e mortadella, o prosciutto, e sarebbe rientrato prima di buio.Il mare d'autunno.Mancava giusto un po' di sole. Quello che cercava era un po' di tranquillità. E quella l'aveva trovata. La cittadina era pressochè disabitata e la spiaggia deserta per chilometri.Se non fosse stato per quella coltre di nubi eterne, avrebbe detto che era perfetto. Ma, si sa, non tutto si può avere.Passò dall'edicola e prese un quotidiano, più per abitudine che per altro. Lo sfogliò velocemente e lo gettò nel primo cestino che trovò sulla sua strada.Alla solita bottega, si fece preparare i panini, che mise nello zainetto con l'acqua minerale.Scese sulla spiaggia e guardò verso il promontorio, sua mèta.Gli parve molto lontano. Per un attimo pensò di rinunziare e di tornarsene a letto.Dormire. Dormendo il tempo passa e non lascia traccia. Forse il ricordo di qualche sogno, a volte. E quando dormi non pensi a niente. Clic.Si spegne la luce e si spegne tutto il resto. Niente più esiste. Non ci sei più.Così forse è la morte? Uno spegnere la luce. E così sia.Niente più preoccupazioni, niente più aspettative o desideri.Finito.Basta.Si guardò intorno, e indietro. Immerso in pensieri di morte aveva già fatto un bel po' di percorso. Sorrise. Il trucco era quello, lasciare andare i piedi da una parte e la mente da un'altra.Così si faceva il giro del mondo a piedi.Vediamo però di pensare a qualcosa di più piacevole.E' quello il difficile.