Promontorio

tredici


" Cosa c'è da ridere? " "Cosa c'è da ridere? "" Sei buffo! "" Come sarebbe a dire... buffo?! "Fece una smorfia ed imitò il verso di una scimmia, grattandosi il capo.La ragazza battè le mani e rise, ancora più divertita.Poi fece il verso del gallo, mettendo le braccia a mò di ali e raspando in terra.Lei tentò di imitare il verso di una ranocchia, e lui rise." Una ranocchia?! Mi sembrava più un raglio di ciuco! "Le risate si spensero, e si guardarono negli occhi. Il sole illuminava a malapena i loro visi.Da qualche parte della casa qualcosa si mise a suonare.Forse un vecchio grammofono, o una radio.Era una vecchia canzone. Un'antica canzone.Non dimenticar..Che t'ho voluto tanto benet'ho saputo amar..non dimenticar.." Dai! balliamo! "La ragazza gli aveva preso la mano." Ma io non so ballare! Non mi ci sono mai messo..."" Dai... che questo è facile! Lo puoi ballare stando fermo! "Non desiderava altro che abbracciarla. Questa era la verità. Da quando l'aveva vista ballare da sola. Da allora non aveva pensato ad altro.Il pensiero era lì sotto, al coperto, nascosto, timoroso e audace insieme.Ma mai come in quel momento, aveva desiderato di abbracciare una donna." Metti il braccio intorno alla mia vita... così "Lui obbedì, ed in cuor suo, tremava. Sentì la vita di lei sotto le sue dita, e la sua pelle, appena coperta dall'abito leggero.Sentiva il caldo della sua guancia, a pochi centimetri dal suo volto, ed il suo alito caldo gli lambiva il collo.Avrebbe voluto stringerla con forza a sè, ma aveva timore di sciupare tutto e stava attento a non sfiorarla nemmeno.Se ci separòse ci allontanòl'ala del destino...Erano fermi, a malapena ondeggianti, e non ballavano, ma si abbracciavano, ed i loro corpi, erano sempre più vicini. Lei aveva appoggiato il viso sul petto di lui. Il profumo dei suoi capelli gli penetrava nelle narici e gli fece chiudere gli occhi, come uno spasimo della mente.All'improvviso la ragazza si sciolse dall'abbraccio e corse via, giù per una larga scala che scendeva spiralando .Lui, sorpreso, la rincorse, volando i gradini.Uscì fuori all'aperto sulla terrazza della grande scalinata e non la vide.Ma lei lo chiamava, lo chiamava ripetutamente.Era dalla parte del mare che veniva la voce. Corse, corse fin dentro la bassa macchia e scese un piccolo sentiero.La ragazza lo chiamava ancora. Ma lui non la vedeva.Arrivò sull'orlo, dove finiva il bosco e la terra, ma non se ne accorse.I suoi piedi correvano sempre, mentre cadeva in mare, dopo un lungo volo.Giù, giù, sempre più giù, sprofondava nel mare freddo e scuro.E la voce di lei che lo chiamava, la sentiva ancora distintamente.Aveva freddo. Era buio. Ma la voce lo riportò indietro.