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9 mesi:prima e dopo. La straordinaria avventura della gravidanza tra aspettative e realtà


Prima…. Lei: “quando aspetterò un bambino sarò felice, molto felice…amo il mio lavoro ed avere un figlio non mi impedirà di continuare a lavorare; riuscirò comunque, in qualche modo, a trovare anche il tempo per me – estetista, parrucchiere, shopping con le amiche…- e per la mia coppia. Con l’aiuto dei miei genitori, e dei miei suoceri, avrò tempo da dedicare a “noi”. Certo, è il mio primo bambino, sono un po’ inesperta, ma l’istinto mi guiderà…saprò cosa fare…sempre…”Lui: “ finalmente diventerò padre, avrò una famiglia tutta mia. Certo non era stato programmato ma sono felice, saprò far fronte alle richieste del mio nuovo nucleo familiare. Io e la mia partner saremo più uniti, più vicini di prima e, a parte qualche piccolo periodo a ridosso del parto e poco dopo, la nostra vita sessuale non cambierà. Io non so accudire un bambino, non l’ho mai fatto, ma lei saprà cosa fare…” Dopo…..Lei:”sono stati nove mesi di nausea. Stavo sempre male, era insostenibile, inoltre, al momento del parto ci sono state complicazioni ed è stato necessario ricorrere al taglio cesareo che non avevo previsto, ho avuto come la sensazione di non aver partorito affatto. Avere avuto un bambino è stata un’emozione unica, la più forte della mia vita, un’esperienza inimmaginabile…splendida! Tuttavia, e mi spiace doverlo ammettere, prima del parto credevo di poter trovare tempo per me una volta avuto il bambino; immaginavo di avere avuto tempo per prendermi cura di me stessa ma, oggi, ogni volta che mi dedico del tempo mi sento in colpa. Sono stanca, molto stanca…dormo poco  ed ho sempre troppe cose da fare, sembra che la giornata non sia mai sufficientemente lunga…”Lui:” diventare padre è stato emozionante ed eccitante allo stesso tempo, ero fiero di me, della mia compagna, della nostra nuova famiglia. Oggi però, purtroppo, spesso mi sento incapace e non so cosa fare, come aiutare…lei è molto concentrata nel suo ruolo di “mamma” ed io sembra quasi che non esista più; la nostra vita sessuale non è più la stessa, a volte mi sento oberato di responsabilità e, infine, sono molto stanco…”  Diventare genitori è un’emozione unica, di gioia, affetto, speranza…tuttavia, a volte, può accadere che le aspettative dei neo-genitori subiscano un impatto con la realtà e con la necessità di dover riorganizzare stili di vita e routine quotidiane.L’acquisizione del nuovo ruolo comporta un’incomparabile felicità ma anche un impegnativo lavoro di adattamento psicologico che può portare a momenti di empasse.Per superare questi momenti delicati, e comunque principalmente passeggeri, è fondamentale riconoscere e accettare anche i sentimenti che sembrano meno “idilliaci” e che possono fare la loro comparsa proprio quando si pensa, secondo un piccolo luogo comune, che l’unico stato d’animo ammissibile sia la gioia.Neo-genitori “reali”non possiedono formule magiche che facciano fronte a tutti gli imprevisti possibili e sentirsi impreparati o, a volte, stanchi e frustrati, è assolutamente comprensibile, condivisibile e accettabile.Nel tentativo di far fronte alle nuove necessità si può incappare in atteggiamenti e comportamenti disfunzionali, che, piuttosto che aiutare, alimentano le difficoltà. Alcune piccole-grandi strategie possono essere di aiuto per “aggiustare il tiro” e vivere con maggiore serenità i cambiamenti che inevitabilmente l’arrivo di un figlio comporta. Dedicare anche solamente un’ora al giorno a se stessi, per fare ciò che ci fa piacere (leggere un libro, fare una passeggiata per negozi, leggere il giornale, prendere un caffè con un’amica) può rivelarsi una strategia efficace per recuperare energia e fiducia; ritagliarsi con il proprio partner il breve tempo di una pizza in trattoria potrebbe essere funzionale alla riscoperta della propria intimità, all’importanza di riconoscimento di uno spazio di coppia che ha il diritto di essere curato e accudito; chiedere aiuto, consigli e suggerimenti per trovare modalità e attività rilassanti da svolgere con il proprio bambino, magari un po’ vivace; cercare un piccolo aiuto nella gestione della casa può sollevare, anche solo in parte, da un impegno che in questo delicato periodo diventa piuttosto oneroso; organizzarsi con il proprio partner per avere il tempo, di qualità, da trascorre con altri figli che meritano l’attenzione e la cura che gli abbiamo sempre dato…può essere sufficiente un gelato insieme, un gioco nuovo, la lettura di un libro, purchè sia un momento tutto per loro!  Sapere cosa ci preoccupa, ma più ancora sapere cosa si può fare per cercare di risolverlo, è la chiave per riuscire  a conservare un sufficiente senso di autocontrollo e di potere sugli eventi della vita. Alcuni problemi saranno risolvibili con un semplice sforzo, altri richiederanno maggiore impegno e pazienza, altri, purtroppo, non si potranno eliminare completamente, ma il solo fatto di sapere che almeno ci abbiamo provato e che abbiamo fatto tutto quanto era in nostro potere fare, ci permette di essere più in pace con noi stessi.[1] [1] D.Leveni, P.Morosini,D.Piacentini (2009). Mamme tristi. Ed. Erickson (TN).