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PsicoCinema: “Amadeus” e l’Invidia (Regia:Milos Forman,1984)


Antonio Salieri è un insigne musicista, che trascorre la maggior parte della sua vita, con grande soddisfazione e ammirazione, presso la Corte di Vienna,per la quale è compositore e “maestro di cappella”.Musicista dotato di eccezionale talento,quando sente Mozart suonare per la prima volta, è subito consapevole della evidente superiorità del giovane musicista.Mentre Salieri, inizialmente impedito nella realizzazione del suo sogno dal padre, ha dedicato la vita a celebrare, con la sua musica, Dio e la gloria divina, il Signore, ai suoi occhi, ha ingiustamente donato una simile strabiliante arte ad un ragazzino, frivolo e ingenuo.Per tutto il film Salieri è combattuto, tra altri aspetti di tipo religioso e di relazione padre-figlio, tra l’invidia ostile, provando una profonda aggressività nei confronti di Mozart, l’invidia depressiva, ogni qualvolta si rende mestamente conto delle effettive capacità del giovane,l’ammirazione e infine il rimorso.L’ammirazione che Salieri prova gli comporta comunque un po’ di sofferenza e costernazione di non sentirsi all’altezza ma allo stesso tempo questo lo spinge anche a una sana emulazione, a voler raggiungere lo stesso livello di eccellenza. (È doveroso sottolineare che non esiste alcuna prova che Salieri abbia tramato contro Mozart,come si evince dal film, poiché, pur non essendo un Genio, ricordiamo che Salieri fu un eccellente musicista e che ebbe come allievi Liszt, Schubert e Beethoven).    L’invidia è un’emozione complessa, a tutti nota. Presuppone un paragone tra la nostra situazione e quella dell’altro e ci porta a constatare la nostra inferiorità, almeno in un certo campo, non modificabile nell’immediato.La reazione di invidia è tanto più forte tanto più l’inferiorità constatata appartiene ad un campo per noi importante, essenziale per l’immagine che abbiamo di noi stessi e, dunque, una componente fondamentale per la nostra Autostima.Gli studi e le ricerche confermano che tendiamo ad invidiare le persone vicine a noi, innanzitutto perché la prossimità rende più facile il paragone tra i loro vantaggi ed i nostri, in secondo luogo perché ne condividiamo in genere la stessa visione di vita.Per lo più, quindi, si invidia qualcuno della nostra “categoria”.Ma a cosa serve l’invidia?L’invidia non è classificata tra le emozioni fondamentali e non esiste un’espressione facciale caratteristica (come invece avviene per la gioia o la tristezza) però ci è indispensabile quanto le altre emozioni.L’invidia infatti, non è sempre un male, almeno quando non si trasforma in ostilità e/o aggressività, perché può fungere da “motore” per dare il meglio, stimolarci e migliorarci, come accade, a tratti, nel film “Amadeus” al musicista Salieri.Il primo passaggio, necessario e fondamentale affinchè l’invidia sia utile, è quello di riconoscere con se stessi di essere invidiosi.Successivamente dovremmo comprendere se questa emozione sta risvegliando in noi pensieri e sentimenti che ci svalutano e che si manifestano ogni volta che ci troviamo di fronte ad un fallimento.Presuppone quindi un’attenzione e un lavoro sull’autostima, che esige di essere curata e coltivata giorno dopo giorno.                                                                                                   Dott.ssa Simona PieriniPsicologa, Psicologa Giuridica, Psicoterapeuta Studio:Via Ardea,27 (Piazza dei Re di Roma)www.simonapierini-psicoterapia.com simonapierini@inwind.it