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Quale cambiamento per il "Fu Mattia Pascal"?


Mattia Pascal è un pigro bibliotecario intrappolato in un matrimonio infelice ed in un lavoro insoddisfacente.Sul treno che lo riporta a casa, legge una notizia di cronaca che lo dà per morto e decide di approfittare della inattesa libertà.Si taglia barba e capelli, si compra altri vestiti, si inventa un passato e va a vivere a Roma. Sotto il nome di Adriano Meis.Nella nuova vita il “Fu Mattia Pascal” passa da uno stato di euforia ad uno di disorientamento e sradicamento.Mattia, anzi Adriano, vive infatti un nuovo presente ma non appena si innamora della padrona di casa scopre che non può vivere senza passato (che ha dovuto rinnegare per cambiare identità). Non può avere amici, ricevere lettere, aprire un conto in banca, denunciare un furto. È libero ma non può fare nulla, tranne morire di nuovo.Adriano finisce quindi per “suicidarsi” e ridiventa Mattia Pascal. Ma intanto sono passati due anni. La moglie si è risposata con il suo migliore amico e lui la trova di nuovo bella e frizzante, come lo era all’inizio del loro matrimonio.Cosa è costretto a fare Mattia Pascal per cambiare la sua vita?Quali strade alternative avrebbe potuto percorrere per affrontare un lavoro troppo noioso, limitato alla caccia ai topi da biblioteca e alla lettura di libri per ingannare il tempo, e, tra le altre cose,una situazione familiare infelice?Cosa è il cambiamento? Come può avvenire? Il cambiamento è un evento affascinante ma sempre pronto a sfuggirci e se per continuare a vivere abbiamo bisogno di pensare che ci sarà una svolta, una novità, spesso siamo noi stessi a creare le condizioni che ci inchiodano alla ripetizione di vecchie abitudini.In altre parole, in una prospettiva psicologica, ciò che alimenta la quotidiana speranza di miglioramento è quasi sempre la continua attesa che capiti qualcosa “fuori di noi”.È questa la ragione per cui, se siamo infelici, ma anche se siamo felici, tendiamo ad attribuirne la causa a qualcosa di esterno ( o, nel caso di una coppia ad esempio, a qualcosa di dipendente dal partner).Molto più raro è l’atteggiamento dell’introspezione, che permette di verificare quanto noi siamo disponibili ad una trasformazione.In realtà, affinchè il cambiamento diventi vera svolta,è necessaria una rinnovata predisposizione ad accettare gli eventi della vita e, insieme, la capacità di guardarli con occhi nuovi senza cercare di inserirli negli schemi abituali (Pasini, Francescato, 1999).L’intervento terapeutico è rappresentato dallo spostamento del punto di osservazione del soggetto, dalla sua rigida e disfunzionale posizione percettiva (che gli impedisce di cambiare) ad una prospettiva più elastica.Cambiare punto di vista significa cambiare il modo di percepire la realtà che ci circonda e, dunque, cambiare la realtà stessa.La conseguenza sarà il cambiamento di tutta la situazione e di tutte le reazioni alla situazione stessa. Il soggetto deve acquisire la capacità di affrontare la situazione difficile mettendo in campo tutta una serie di diverse possibili strategie risolutive, senza rigidità e senza perseverare nell’errore. (Nardone, Watzlawick,2007).  Dott.ssa Simona Pierini Psicologa,Psicologa Giuridica, PsicoterapeutaSede Studio: Via Ardea, Roma (Metro A: Piazza dei Re di Roma)www.simonapierini-psicoterapia.comsimonapierini@inwind.it