Mente e Cervello

Post N° 177


  Basta con la storia della droga e del disagio, della sfiga e della vergogna. Ai ragazzi l'abuso piace. Intriga, affascina e tira dentro. Dici droga e gli adolescenti sorridono: dà euforia, allegria, relax, piacere, soddisfazione. "Lascialo stare quello è un tossico", nei corridoi delle scuole non lo si sente più. E non si pensi alle brave scolare pronte a salvare i compagni dalle cattive compagnie, sono loro quelle più a rischio: al pari dei maschietti subiscono il fascino dell'eccesso, ma lo conoscono molto prima. Va a finire che nelle scuole di Parma a 17 anni, 8 ragazzi su 10 bevono, 2 su 10 prendono regolarmente una sbornia; la metà fuma e si fa le canne, l'8,1% ogni tanto si tira coca, il 4,6% cala, l'1,9% si spara eroina. Il preservativo è un optional.Sesso, droga, fumo, alcol e sentimenti degli adolescenti. Il Centro studi farmacotossicodipendenze e disturbi del comportamento dell'Ausl di Parma insieme al Dipartimento di psicologia dell'università hanno voluto analizzare proprio il rapporto che lega il mondo del vizio, del disordine all'immaginario giovanile. Sentimenti come vergogna, paura, tristezza non rientrano nel carnet degli stati d'animo dei giovani orientati allo sballo, gratificati dal piacere drogato. I ragazzi enfatizzano le emozioni positive e sminuiscono quelle negative, le componenti della condanna sociale svaniscono, offuscate da nuovi miti, modelli, successi. "Ma cosa pretendiamo - si domanda Simone Bertacca, curatore della ricerca - se condanniamo chi butta una cicca per terra e veneriamo le modelle cocainomani? Viviamo in una società che sempre di più tende a punire, con le patenti a punti, gli alcol test, l'inasprimento delle leggi. Temo però che i buoi siano già scappati. Assistiamo a un 'nuovo disagio', figlio dei nostri tempi, che nasce dall'assenza di eccesso: se non si sta troppo bene si finisce per star male".Quello di Parma è forse il più grande studio mai realizzato in Italia sul fronte dell'analisi della percezione dei comportamenti a rischio negli stessi adolescenti. Hanno partecipato le terze, quarte e quinte classi di diversi istituti superiori della città: 1.292 studenti (36% maschi e 64% femmine), di età compresa tra i 15 e i 22 anni (17,5 anni l'età media). Hanno risposto, su autorizzazione dei genitori e nell'anonimato, a un questionario sulle loro abitudini e atteggiamenti. E il quadro che ne è venuto fuori è stato definito "inquietante" dagli stessi ricercatori (oltre a Simone Bertacca, Pietro Pellegrini, Barbara Branchi Matteo Mossini dell'Ausl e Annalisa Pelosi, Giovanni Nichelini e Carlo Pruneti della facoltà di Psicologia).Quasi l'80% dei giovani beve almeno occasionalmente alcol, solo il 42% afferma di non essersi mai ubriacato, il 18% segnala episodi regolari di abuso (una o più volte al mese). Si beve soprattutto nel weekend (47%) e in occasioni particolari (31%), quasi sempre con gli amici (78%). Poco meno della metà dei ragazzi fuma (44%), di questi il 56% consuma fino a mezzo pacchetto al giorno. La prima sigaretta a 14 anni. Alcol e fumo spesso insieme, aumentando - sostengono gli studiosi - la probabilità di arrivare alle sostanze illegali: l'8,1% usa cocaina, il 4,6% ecstasy, l'1,9% l'eroina. Numeri più bassi, ma "sottostimati - assicura Bertacca - quell'8% nella realtà diventa 15". Si tratta di un abuso costante solo nell'1% dei casi, ma il fenomeno non distingue tra generi: ragazzi e ragazze hanno comportamenti similari. "Anzi - continua lo psichiatra - per le donne il rischio è maggiore: crescono prima e da giovanissime cominciano a frequentare i gruppi dei 'grandi'. È provato che la pubertà precoce è un fattore di rischio". La cannabis è familiare al 46,4% degli intervistati (più delle sigarette) e il 16% si sballa più volte a settimana. La "droga legale" si incontra a 14, quella leggera a 15, quella pesante a 16.Non va meglio sul fronte della sessualità. Si fa l'amore per la prima volta a 15 anni (un giovane su due ha avuto rapporti sessuali completi), ma senza avere coscienza del rischio legato alle malattie sessuali. L'80,1% dei giovani di Parma non si ritiene a rischio contagio, nonostante uno su tre dichiari di avere avuto rapporti occasionali non protetti e uno su due di non aver mai o quasi usato il profilattico.Generazione inabile a comprendere il rischio. Sia che si tratti di droghe leggere o pesanti, i ragazi enfatizzano le sensazioni, le emozioni positive. Le associano all'euforia, all'allegria, al relax, al piacere, sminuendo la noia, la vergogna, la paura, il disgusto: impressioni marginali nel loro immaginario. Chi ha fatto o fa abitualmente uso di sostanze tende ad amplificare la distorsione: attribuisce alla condotta una valenza positiva e si autoassolve in nome del "branco", sottostima i pericoli associati all'abuso e il rischio di dipendenza. Drogarsi non è più considerato un comportamento socialmente reprensibile: la vergogna è costantemente agli ultimi posti tra le emozioni richiamate, in particolare tra i consumatori.Da qui, la domanda: che fare? Curare? "E come si fa a curare uno normale". È la provocazione di Bertacca, che segue tra gli altri anche l'enfant prodige Matteo Cambi finito a disintossicarsi alla comunità di Betania. "Bisogna educare, questo sì. Ci passa sotto gli occhi un'adolescenza orientata al piacere immediato, forte, composta da individui narcisi e indifferenti, spavaldi. Dall'altra parte, però, vedo un mondo adulto incapace di supportare lo sviluppo dei giovani, profondamente immerso in un modello di cattivi maestri o peggio ancora, di buoni maestri di cattivi insegnamenti".Articolo di di Alessia Ripani, tratopo da: http://parma.repubblica.it/