Mente e Cervello

Psicologia


Psicologia Emotocognitiva.Nuove Prospettive per il Trattamento Psicologico Disturbi-SpecificoPremessaLa Psicologia Emotocognitiva è un paradigma teorico di tipo sistemico-relativista ed un indirizzo metodologico ad approccio psicofisiologico. La psicologia emotocognitiva focalizza la propria attenzione su quelli che definiamo "processi" di organizzazione sistemica ovvero lavora sulle modalità attraverso le quali un sistema di riferimento si organizza per il proprio sviluppo e mantenimento dinamici (in senso evolutivo).Lo stesso concetto di psicologia è stato ridefinito. Oggi parliamo di "scienza che studia i processi di organizzazione sistemica" ovvero di "scienza che studia il modo in cui un sistema preso come riferimento si organizza per il proprio sviluppo e mantenimento" (Baranello, 2004).Lo psicologo è quel professionista della salute che utilizza una specifica prestazione (ad esempio il colloquio psicologico), secondo uno specifico orientamento, per risolvere un "problema" presentato da un committente. Lo psicologo ad indirizzo di psicologia emotocognitiva, attraverso un uso tecnico del colloquio psicologico, cerca di aiutare un "paziente" nella remissione di un problema (un sintomo psicofisiologico, un disturbo "mentale", una disfunzione) lavorando proprio sui processi di organizzazione dell'organismo e più ampiamente del sistema di riferimento.In psicologia emotocognitiva, che ricordiamo è un approccio puramente psicologico in quanto nasce all'interno della disciplina di psicologia fondato da psicologi, quindi acquisibile attraverso una formazione specialistica riservata a soli psicologi (non medici, non psichiatri, non psicoanalisti, non psicoterapeuti), l'intervento clinico è basato su una attenta valutazione dei processi psicofisiologici che sostengono una sintomatologia, indipendentemente dalle convinzioni "simboliche" del paziente o da presunte e alquanto arbitrarie "cause simboliche" siano ipotizzate alla base della manifestazione della disfunzione. Purtroppo ancora oggi molti pensano che la psicologia esponga di concetti più vicini alle speculazioni filosofiche che alla psicologia scientifica. La psicologia necessita di interventi pragmatici in cui il paziente possa vedere chiaramente i risultati in termini di remissione sintomatologica, quindi di efficacia basata su prove razionali.L'obiettivo di una prestazione sanitaria è quella di portare un disturbo, un sintomo o un problema a remissione nei tempi più brevi possibili e con la maggiore efficacia possibile.Lo psicologo ha necessità di proporsi quindi oggi, nel cosiddetto "mercato della salute" con strumenti di dimostrabile efficacia al fine di offrire maggiore fiducia nella competenza tecnica del professionista e quindi nelle capacità di cura della disciplina di psicologia.Con trattamenti concreti che sappiamo rispondere alle reali esigenze di cura di chi soffre di un disturbo. La libertà delle speculazioni scientifiche garantite dalle società democratiche permette ai professionisti della salute di elaborare, all'interno della propria disciplina, metodi sempre più efficaci nei loro obiettivi di tutela della salute, di promozione del benessere dell'essere umano e delle comunità, e di prevenzione del disagio.Su questi principi di deontologia ed etica professionale degli psicologi si muove la psicologia emotocognitiva.Le innovazioni scientifiche prodotte dalla psicologia emotocognitiva, diffuse da anni ai professionisti della salute che hanno deciso di aggiornarsi attraverso conferenze, incontri e corsi di formazione specialistica a loro disposizione, si muovono nella ricerca di trattamenti puramente psicologici, quindi né farmacologici, né psicoterapeutici, che siano in grado di rispondere alle esigenze di cura e di tutela della salute della popolazione.Il trattamento in psicologia emotocognitiva non prevede lunghe sedute in cui il paziente racconta la propria vita o parla di tutto il proprio passato, non si orienta alla conoscenza di sé, o all'analisi dei contenuti simbolici, non utilizza speculazioni filosofiche, non si parla in modo prevalente delle relazioni familiari (se non nel mimino necessario per l'anamnesi), non si parla dei perché e dei per come inconsci o simbolici, non si chiude la seduta rimandando il paziente alla settimana successiva per un tempo indeterminato e, soprattutto, non si utilizzano trattamenti combinati psicologici e farmacologici (tranne nei casi di problemi "strutturali" dell'organismo). Le sedute, quando si utilizza la psicologia emotocognitiva, sono di frequenza variabile in relazione al caso specifico; si focalizza l'attenzione sul problema attuale, si raccolgono soltanto i dati anamnestici utili per le finalità del trattamento e si dichiara sin dall'inizio il numero di sedute per un ciclo di incontri, in cui, nella quasi totalità dei casi di chi ha seguito l'iter e le prescrizioni di trattamento, si è visto uno sblocco della situazione.Popolarmente siamo abituati a considerare lo psicologo come un professionista che "ascolta". In psicologia emotocognitiva qualche paziente che si aspetta questo può rimanere deluso nel constatare che lo psicologo ascolta soltanto quel poco che si ritiene necessario per comprendere l'entità del fenomeno patologico e stabilire l'iter per il trattamento. Il trattamento ha un obiettivo semplice e pragmatico: risolvere un problema, nei tempi più brevi possibili e con la maggiore efficacia possibile (secondo il caso ed in relazione alle reali possibilità di trattamento attualmente disponibili).by http://www.psyreview.org/2009/20090223baranello01.htm