Mente e Cervello

Le affinità elettive


Le affinità elettive è il terzo romanzo di Johann Wolfgang von Goethe, pubblicato nel 1809.Il  titolo del romanzo deriva da una caratteristica di alcuni composti chimici che pur se legati con un altro composto chimico in presenza di un terzo composto chimico tendono ad abbandonare il primo legame per formarne uno nuovo con il nuovo composto. Questo succede perché il composto di partenza ha un'affinità maggiore con la nuova specie chimica rispetto all'affinità che aveva con l'altro componente chimico. Il titolo utilizza un termine chimico per alludere chiaramente alle faccende amorose tra i personaggi. Infatti fin che erano soli il legame di Carlotta e Edoardo era stabile e saldo, ma con l'arrivo del capitano e di Ottilia il legame si rompe per permettere a Edoardo di unirsi ad Ottilia e a Carlotta di legarsi con il capitano.Penso che tutti prima o poi almeno una volta nella vita si sono trovati a conoscere una persona e apprescindere dal luogo, contesto o modalità questa conoscienza sia avvenuta, nel breve attimo come l’istante di un lampo nella notte, questa riesca sia riuscita a entrarti dentro cosi profondamente che nessuno anche in anni c’era riuscito.“Affinità elettive” cosi vengono chiamate da tempo le motivazioni rare di questi incontri, definizione resa famosa dal libro di Johann Wolfgang Goethe.Volendo c’è anche la spiegazione scientifica, infatti il termine “affinità elettive” deriva da una caratteristica di alcuni composti chimici che pur se legati con un altro composto chimico in presenza di un terzo composto chimico tendono ad abbandonare il primo legame per formarne uno nuovo con il nuovo composto. Questo succede perché il composto di partenza ha un’affinità maggiore con la nuova specie chimica rispetto all’affinità che aveva con l’altro componente chimico.Diciamo che la spiegazione scientifica è un pò meno romantica, anche se possiede il suo fascino. Spiegato terra terra in questo caso sarebbe il cosidetto “terzo incomodo”.Probabilmente in questo caso il “terzo” oltre a far sentire il suo “potere” per via di una composizione più ideale nell’abbinamento, la forza di tale attrazione è dovuta anche al confronto con il partner che ti dona meno. Confronto che viene ancor più alla luce per la nuova situazione che si è venuta a creare.Questi però sono “casi” particolari, ci sono anche situazioni meno complesse, dove conosci qualcuno e ti senti in brevissimo tempo attratto in un modo irreisistibile.Mi piace paragonare questo idillio come se ognuno di noi fosse un ingranaggio che secondo la propria forma si incastra più o meno velocemente.Certo, essere travolti da questa “magia” può avere i suoi risvolti negativi. Quando si è sconvolti in cosi poco tempo, si perde ogni briciolo di ragione, il che poi non vuol dire sia proprio un male, anzi, la ragione spesso è un limite all’amore più profondo…però ci fa dimenticare che comunque per una positiva riuscita in un rapporto, si deve anche considerare la conoscienza più lunga e approfondità dell’altro….mah, è anche vero che il tempo non sempre aiuta, perchè se la persona con cui stai non è la tua reale parte mancante, può passare anche un secolo, ma non riuscirà mai a riempirti completamente il calice del tuo cuore.…ma come si fa a non viverle queste “perle”? malgrado i dubbi, si può davvero rinunciare a capire cosa ci trasporta cosi tanto verso queste affinità? o vogliamo rischiare di fare la fine di un’altro libro storico di Goethe: “I dolori del giovane Werther“?C’è ovviamente da fare attenzione ai bluff, che tale desiderio non parta da una propria mancanza, che se cosi fosse ti porterebbe a cadere nelle braccia del primo supporto a tali mancanze, ma sia un qualcosa in più, che illumini quei corridoi cosi oscuri e soli dentro di noi.Non parlo dell’amore perfetto, ma di quell’insieme di varie imperfezioni che in quel preciso, unico incontro e solo in quello, trovano una naturale dose di tollerenza cosi forte che fa sembrare non esistano.dal bog occhiodellanima