Creato da leila_jamila il 19/04/2015

Cajón de los sueños

Breakfast at Bernabeu

 

 

Ambiguità lavorative

Post n°2 pubblicato il 07 Luglio 2015 da leila_jamila

Avete mai avuto un sogno da bambini?
La maggior parte dei sogni dei bambini riguarda cosa faranno da grandi e se siete minimamente appasionati di sport,c'è stato di sicuro un attimo in cui avete sognato di giocare nella vostra squadra del cuore. Vero? Ma lo sapevo già,come del resto immagino ci sia qualcuno che lo sogni ancora...
Ecco ora immaginatevi una bambina,lei adora il calcio (il basket è una passione che arriverà successivamente con l'adolescenza)ma non può giocare nella sua squadra del cuore per ovvi motivi,ma la passione le resta e decide che un giorno troverà il modo almeno di conoscerli i suoi beniamini.Arrivata all'età della maturazione sceglie un percorso di studi che l'allontana dalla sua fede ma non riesce a staccarsene ugualmente e così coltiva parallelamente all'università le sue passioni,basket,tennis,nuoto,vela,golf,lavora per 14 eventi internazionali in 7 anni,conosce Nowitzki,Federer,Nadal,Djokovic,Toni Parker,i fratelli Molinari,le sorelle Williams,Phelps la Pellegrini.La creme de la creme dello sport mondiale.Eppure saranno altri 2 gli incontri ad emozionarla davvero,quello con Raul Gonzalez Blanco durante un torneo di tennis a Madrid e quello con una seconda linea della sua squadra italiana del cuore (che non nominerò per scelta).In quel momento capisce che il calcio le da qualcosa di diverso,la riporta al sogno di quella bambina che a 4 anni già sapeva la formazione della sua squadra del cuore.Allora ci prova si iscrive ad un master in gestione sportiva,il numero è chiuso e la selezione durissima ma per fortuna le sue esperienze internazionali e le sei lingue da lei parlate le permettono l'accesso.E dopo un anno di studio e complicazioni sentimentali (capitolo a parte) arriva in serie A,non vi sto a raccontare le emozioni e le soddisfazioni che tutto ciò comporti nella vita di una 28enne fatto sta che ora si è presa una pausa di riflessione da quel mondo dorato e difficile.Ma arrivo al punto,sono circa 2 mesi che alcuni dipendenti della sua Squadra le visitano il profilo Linkedin,per un periodo 4 volte in una settimana.Adesso una volta ogni due settimane.Mai una chiamata o una richiesta di colloquio,ora dico io,voi lo capite che questa è la tortura peggiore che si possa fare ad un essere umano?

 
 
 

il weekend del calcio

Post n°1 pubblicato il 19 Aprile 2015 da leila_jamila
 
Foto di leila_jamila

Si è sempre detto che in Italia il calcio riproduca pregi e difetti del paese intero. Ma non sono proprio sicura che il calcio rappresenti lo specchio fedele della società, né che ne sveli movimenti profondi e dinamiche conflittuali.
Spesso dimentichiamo che in realtà il nesso tra potenza politica e successo sportivo, tra benessere sociale e trionfi ludici, è tipico dei regimi totalitari, nei quali ciò che si perde in libertà e autonomia viene compensato con l'ebbrezza collettiva da vittoria. Nelle dittature ci si affida allo sport per trasmettere al mondo un'idea di sé benevola, per fare dimenticare l'oppressione e per distrarre il popolo. Ma la qualità di una democrazia non può essere misurata dalla capacità della sua squadra di calcio a farsi largo nei tornei internazionali. Certo, lo sport, e quindi il calcio, è un sistema organizzativo articolato: in un paese allo sbando anche la macchina sportiva lo sarà. Ma il senso civico di una collettività non dipende dalle modalità del suo tifo o dal senso di attaccamento ai colori della squadra.
Può però essere il metro per capire quanto una civiltà sia arretrata rispetto ad un'altra.
In questo weekend l'Italia del pallone ha subito due enormi violenze, una a Varese e una a Cagliari, che sono solo la punta dell'iceberg di una stagione che ha incoronato come giusta consuetudine che i giocatori siano convocati sotto le curve a dare spiegazioni agli ultras e costretti a giustificarsi per risultati sportivi che non arrivano.
Tutto normale.
Tutto giusto.
Potremmo scandalizzarci, disgustarci, ma non c'è tempo, stasera c'è lo scontro tra wags a San Siro, questo sì che è mediaticamente rilevante.
Ah dimenticavo, la foto che segue mostra un allenatore "a colloquio" con la sua curva, questa squadra dal passato glorioso quest'anno ha lottato per non retrocedere, ma non è lì a parlare con il Carogna di turno, è andato a prendersi un abbraccio collettivo.
Imparare.

 
 
 

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