mario pulimanti

Il pasticcio kazako


IL PASTICCIO KAZAKOE’ stata una vicenda dai contorni incredibili la deportazione in Kazakistan di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukthar Ablyazov, e della loro figlia di sei anni. Non ritengo che la motivazione dell’espulsione dall’Italia sia da ricercare nel tentativo di favorire un Paese con cui abbiamo importanti relazioni economiche.Penso, invece, che sia stata dovuta a superficialità ed improvvisazione. Anche per questo è doveroso che ora l'Italia faccia tutto quello che è nei suoi poteri per riportare in Italia la donna e la sua piccola figlia, perché è giusto che diritti del dissidente Ablyazov  vengano garantiti.Va anche detto, comunque, che si tratta di un ricco esponente della nomenklatura kazaka in rotta con l'attuale dirigenza e non propriamente di un martire della libertà.In ogni caso, è stato abbastanza sconcertante vedere, in una delle fasi più complesse della crisi economica in atto, la politica italiana tenuta in scacco per giorni e giorni dal pasticcio kazako, come se fosse il primo dei nostri problemi, tanto che ancora una volta è stato necessario l'intervento di Napolitano per riportare la vicenda nei suoi giusti termini ed evitare derive pericolose.Purtroppo l'Italia è una nazione che spesso ha difficoltà a muoversi sui palcoscenici internazionali, come in questo caso dove il gioco di rimpalli di responsabilità ha permesso ai diplomatici di una nazione come il Kazakistan, ricca di gas ma certo non una potenza mondiale, a spadroneggiare nel nostro Paese.Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)