Pu®e Poisòn

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J.K……………………………......................................................................……………………………...................................................................... Londra, 11 Gennaio 2001Adoro Londra. Nonostante la sua atmosfera malinconica io la trovo magica. Sarà che mi piace la pioggia, sarà che preferisco il freddo al caldo, sarà che semplicemente la considero casa mia. Mi trovavo nel solito starbucks a fare colazione con caffè-latte e un muffin al cioccolato intenta a leggere un libro regalatomi da una persona speciale quando vidi entrare un personaggio strano, quasi inquietante. Non so perché ma sono attratta da questo genere di uomo: bello e bastardo, un po’ strafottente e parecchio furbo. A pelle quella era la prima impressione. Purtroppo ho un vizio terribile, mi incanto a fissare le persone e spesso mi trovo in situazioni imbarazzanti ma questa volta ringraziai fortemente questo viziaccio:- ) Alessandro notando il mio sguardo insistente si avvicinò con un sorriso malizioso ed intrigante. -’’ Scusa posso?’’--’’ Certo..’’--’’ Ho notato che mi fissavi così sono venuto direttamente a chiederti il perché ’’--’’ Beh ecco io.. Non so.. Forse mi piaci..’’- (Mamma mia quanto ero sfacciata) -’’ Anche tu mi piaci. Questo è il mio numero, ci vediamo stasera ciao’’-Non feci in tempo a salutarlo. Lui aveva deciso. Ci trovammo quella sera perché decisi di chiamarlo e di confermare l’appuntamento. Andammo in un ristorante italiano, pesce, vino bianco e tante risate, tante chiacchiere ma soprattutto tanta intesa. Bisogna cogliere l’attimo e vivere intensamente per non perdere nulla sulla strada della vita. Io perdo sempre qualcosa però. Un po’ tutti penso no? Ci si crogiola nei se e nei ma, in quei dubbi troppo complicati per uscirne da soli e alla fine si lascia andare tutto, inermi e stanchi, per il verso naturale delle cose. E io lasciai andare la nostra intesa permettendole di scegliere se continuare o estinguersi. Non so cosa succeda esattamente quando si lascia libera scelta: in un modo o nell’altro, pretendendo e lasciando libertà generalmente si tende ad andare dalla parte opposta della richiesta ricevuta. Questa volta ho scelto io. Ale quella sera mi chiese di restare con lui, di darci una possibilità, di viverci. Come si può spiegare ad una persona che non puoi stare con lui perché non sei pronta/disposta al rischio? Come si può spiegare che non sai nemmeno tu il perché ma sai solo che è giusto così? Non lo so, è una cosa che ancora devo capire. Il mio no fu duro, forse troppo ma non dava spazio ad un ti prego pensaci. Ci salutammo con una stretta di mano energica quasi volesse trattenermi ma io ero troppo sfuggente, troppo per lui ma anche per me stessa. Tornai in Italia il giorno dopo, buttai il numero e non lo cercai più. Chissà se è felice ma è inutile chiederselo, ormai non ha senso. Ciao Ale, buona vita.