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Era una notte buia e tempestosa....
Post n°256 pubblicato il 03 Aprile 2011 da carlotta735
Snoopy è il cane di Charlie Brown e se vive sopra il tetto della sua cuccia dove dorme, pensa, sogna, scrive romanzi con la macchina da scrivere e gioca ad impersonare un famoso pilota da caccia della prima guerra mondiale "Joe Falchetto". Immaginando di essere sopra un aereo, invece che sopra la sua cuccia, sogna di avere dei tremendi duelli aerei con il terribile Barone Rosso. Molti dei momenti memorabili dei Peanuts sono legati al sogno di Snoopy di fare lo scrittore (di cui peraltro nessun editore vuol pubblicare gli scritti). Il suo immutabile incipit "Era una notte buia e tempestosa..." proviene dalla novella Paul Clifford, scritta nel 1830 da Edward George Bulwer-Lytton. E lo Snoopy scrittore è stato certamente caro a Schulz, che lo ha scelto per dare il suo addio ai lettori (pubblicato il 13 febbraio del 2000). Ma lo scrittore è solo uno dei sui moltissimi alter ego, primo fra tutti il pilota della prima guerra mondiale detto anche "l'asso della prima guerra mondiale". Per questo personaggio indossa sciarpa ed occhialoni e vola a bordo del suo Sopwith Camel - in effetti, la sua cuccia - combattendo il Barone Rosso la cui presenza è rivelata dai fori di pallottola che questi gli spara sulla cuccia. Quando non combatte si rifugia in un ristorantino francese con la dolce cameriera Marcie. Alle eroiche gesta del fantastico pilota è dedicata anche una canzone di Giorgio Gaber. Snoopy diventa anche Joe Falchetto (Joe Cool nell'originale) mettendosi gli occhiali da sole - secondo la moda dell'epoca - ed atteggiandosi a studente di college nullafacente, e spesso si diverte a "trasformarsi" in svariati animali (come l'avvoltoio), sentendosele dire da tutti, che credono che un cane non possa far finta di essere un rinoceronte perché troppo piccolo per caricare le persone. È anche un avvocato, un giocatore di hockey su ghiaccio, di football e golf, un soldato nella guerra d'indipendenza degli Stati Uniti, un legionario, un capo scout, un dottore e perfino un astronauta, per citare solo alcuni dei circa centocinquanta ruoli da lui impersonati nel corso degli anni. Il contrasto tra l'esistenza di Snoopy in un mondo di fantasia e la vita terrena di Charlie Brown è un cardine dell'umorismo e della filosofia dei Peanuts... Snoopy & co. di Marco Iacona - 07/04/2010
Probabilmente non era “buia e tempestosa” la notte che Charles M. Schulz ideò i suoi personaggi entrati nell’immaginario dei ragazzi della nostra parte di mondo. Personaggi che rispondono al nome di Charlie Brown (suo alter ego giovanile), Linus, Lucy, Snoopy e tanti altri a formare le strisce di fumetti famose come Peanuts (“noccioline” o “personcine”) pubblicate dall’ottobre del 1950 su alcuni prestigiosi quotidiani Usa al febbraio del 2000, fino cioè alla morte (al giorno dopo per l’esattezza) del suo autore. “Notte buia e tempestosa” è più che altro il pretenzioso e poco originale incipit per un libraccio dallo scarso avvenire (ora vedremo di chi) e poco si addice – neanche come situazione meteo – a chi ha contato in vita su un “bacino d’utenza” di oltre trecentocinquanta milioni di lettori ed è strato tradotto in più di venti lingue. Lasciamo allora al cane Snoopy, bulimico dei sogni, la speranza che basti un inizio sprint con frase a effetto e punteggiatura da manuale di sintassi () per costruire il grande successo. Perché, e Schulz lo capì molto bene, i grandi eroi e i grandi “personaggi” si costruiscono più sui loro difetti che sui loro pregi. In primo luogo: la testardaggine di non saper scrivere un romanzo ma averci tentato mille e mille volte. I Peanuts sono belli per questo: perché presentano con tutte le pecche possibili il mondo degli adulti oramai praticamente scomparso, ma col grande privilegio di schivare le responsabilità di una generazione divenuta invisibile. I Peanuts giocano facendo sul serio (e mai il contrario), perché la variabile tempo è sempre loro fedele alleata. Tutto può accadere perché ogni cosa è sempre uguale a se stessa cioè ai personaggi che arricchiscono le pagine delle tavole a fumetti. Charlie Brown sarà per sempre un perdente, un bambino noioso e un amico fedele, Lucy una prepotente, Linus un genio incompreso (con “potenzialità” alla Stan Laurel il nostro Stanlio): è questo il mondo dell’organico ove qualunque cosa funziona perché c’è il suo reciproco, ove tutto è previsto attimo per attimo o decennio per decennio tanto fa lo stresso. Ma come in tutti i mondi “perfetti” c’è chi va al di fuori di uno schema ordinato e c’è chi sogna di essere un altro e ci riesce davvero. In questo caso – e Schulz è ancora straordinario – non si tratta di un essere umano ma del cane Snoopy. Un insignificante bracchetto o beagle bianco dalla orecchie nere, inizialmente soltanto “cane” ma col tempo – dagli anni Sessanta in poi – bestiolina pensante e spesso pensierosa con tanto di amici e parenti (sette fra fratelli e sorelle), che ci parla della legittimità dei sogni e di come in fondo esista una possibilità di fuga da quel mondo della “perfezione”, ove anche i diversivi sono spesso uguali a se stessi. Eccolo così campione di golf e di hockey, surfista, medico chirurgo, tennista, ginnasta, pesce carnivoro, avvocato, giocatore di baseball, serpente a sonagli, feroce avvoltoio, amico e confidente sia degli uccelli sia degli insetti e studente alla moda; e poi ancora: “filosofo”, sergente della legione straniera e soprattutto nemico giurato del(lo stupido) gatto dei vicini – a volte un vero mostro – asso della prima guerra mondiale e avversario del mitico “barone rosso” (al secolo: Manfred von Richthofen). I duelli fra il vero eroe della Grande guerra e l’aviatore con tanto di casco e occhialoni non avvengono tuttavia in nome di “banali” categorie morali come bene e male, perché la dimensione quasi parsifaliana della lucida follia e dell’immaginazione a quattro zampe sovrasta e di gran lunga quella reale e storica. Snoopy sta sognando mica sta scrivendo o riscrivendo una pagina di storia… Ecco perché il nostro eroe di carta è soprattutto un “tipo” che se ne infischia del mondo e degli umani; lui costruisce le sue avventure mietendo “vittime” a gogó (a destra e sinistra, sopra e sotto), marciando sulle fatiche di chi può capitargli a portata di naso. Impossibile d’altra parte non capire chi sia in realtà Snoopy e quale idea egli abbia delle regole, se ci si concentra sul suo modo di stare al mondo: non dentro il suo di mondo, cioè la cuccia (che pare contenga ogni sorta di oggetti, dai libri ai quadri), ma fuori e più in alto, cioè sul tetto della medesima casetta probabilmente più vicino al luogo dei sogni; “disturbato” da Charlie Brown, il suo padrone, che sovente corre a comunicargli questa o quella notizia. Come scrittore, si diceva, Snoopy è un fallimento nonostante certa “aristocratica” pigrizia gli consenta, eccome, di dedicarsi ai lavori sedentari. Picchiare sui tasti di una macchina da scrivere e abbozzare improbabili biografie lo è senz’altro (il massimo per un egocentrico: scrivere la storia della propria vita ma non conoscere il nome del padrone a cui si è stati affidati…). Tenta oggi e tenta domani, sono pochi gli editori che leggono i manoscritti che lui regolarmente invia; ma più che i fallimenti (che non esistono per i sognatori!) Snoopy ama la provocazione anzi la reazione “esasperata” dei redattori che certificano che il suo sogno è già realtà e che la sua carriera di scrittore sfortunato è già avviata. Ma se è vero che tutti i sogni del nostro bracchetto diventeranno prima o poi realtà (come giocare a basket, incrociare i guantoni con Lucy – nel suo caso un solo guantone attaccato al naso – e diventare un capo scout), anche quello di veder pubblicato il suo primo lavoro finirà, finalmente, per avverarsi. Immaginiamo allora il giorno in cui su un banchetto costruito ad arte i suoi lettori avranno in dono – oltre la copia del libro – l’inconfondibile firma del novello Leone Tolstoj cioè l’impronta di una simpatica zampetta. Il “barone rosso” sarà forse imbattibile (anche se un giorno…), ma un onesto beagle sa combattere ben altre battaglie. E dopo la prima “vittoria”? provaci ancora Snoopy!
Snoopy Contro il Barone Rosso Giorgio Gaber La B-side del 45 giri Gulp Gulp è la cover di un fortunato successo americano (Snoopy versus the Red Baron) portato al successo dai Royal Guardsmen. Eccone il testo Actung Actung! Vuoi cantare la storia di Barone tedesco di Grande Germania? Questa è la storia senza pietà Che accadde in Germania tanto tempo fa Un rombo ed un tuono in cielo si udì L’uccello di guerra nacque così In cerca di gloria qualcuno partì E col suo apparecchio veloce salì Ma lassù più di uno la sua vita lasciò Il Barone Rosso tutti sterminò Uno dieci cento e forse anche di più Tutti gli aerei cadevano giù E su nel cielo c’era solo lui Il dannato Barone non sbagliava mai Ogni speranza piano piano svanì Quando un giorno un eroe in cielo salì Era un piccolo cane col nasone all’insù Il suo nome era Snoopy non so dirvi di più Il Barone Rosso lo attaccò Ed in cielo la battaglia divampò Il piccolo Snoopy fu abbattuto così Il Barone tedesco roteando sparì Uno dieci cento e forse anche di più Tutti gli aerei cadevano giù E su nel cielo c’era solo lui Il dannato Barone non sbagliava mai Ah ah ah ah ah! Piccolo stupido cane, alles caput! Col paracadute Snoopy si salvò E alla vendetta si preparò Decollò col suo aeroplano ma il Barone fuggì Se guardate nel cielo sono ancora lì Uno dieci cento e forse anche di più Tutti gli aerei cadevano giù E su nel cielo c’era solo lui Il dannato Barone non sbagliava mai. The Royal Guardsmen Snoopy Vs The Red Baron Testo: After the turn of the century In the clear blue skies over Germany Came a roar and a thunder man has never heard Like the screaming sound of a big war bird. Up in the sky, a man in a plane Baron Von Richthofen was his name Eight-y men tried and eight-y men died Now they're buried together on the country side. Chorus: Ten, Twenty, thirty, forty, fifty or more The bloody Red Baron was rollin' up the score Eight-y men died trying to end that spree Of the Bloody Red Baron of Germany. In the nick of time, a hero arose A funny looking dog with a big black nose He flew into the sky to seek revenge But the Baron shot him down "Curses, foiled again!" (Chorus) Now Snoopy had swore that he'd get that man So he asked the Great Pumpkin for a new battle plan He challenged the German to a real dog fight While the Baron was laughing he got him in his sights. That bloody Red Baron was in a fix He tried everything but he'd run out of tricks Snoopy fired once and he fired twice And that Bloody Red Baron went spin-nin out of sight. (Chorus x 2) " Era una notte buia e tempestosa... "
Snoopy vive finalmente il sogno di scontrarsi col Barone Rosso. |
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