Plot grows out of character. If you focus on who the people in your story are, if you sit and write about two people you know and are getting to know better day by day, something is bound to happen.[cit.]Anne Lamott lo ha spiegato così bene nel suo libro Bird by bird che citarla era d’obbligo: la trama nasce dal personaggio. Facciamo interagire due persone e ne vedremo delle belle: diventeranno amici? Si ignoreranno? O tra di loro si scatenerà l’inferno? In ogni caso qualcosa succederà e quel qualcosa sarà la nostra storia. Ecco perché la Lamott ci dice: “I say don’t worry about plot. Worry about the characters.”Preoccupiamoci del personaggi, dunque. Chi sono questi bellimbusti che incontriamo per la prima volta durante un viaggio in autobus o nel bel mezzo di un momento di riflessione personale? Si intrufolano nella nostra vita e vogliono a tutti i costi narrarci la loro storia: dirci perché sono così e quello a cui aspirano. Ma senza fretta. Loro hanno tutto il tempo del mondo. E se lo prendono. I nostri personaggi sono proprio come le persone che incontriamo ogni giorno: hanno un certo aspetto e un certo carattere, desiderano alcune cose e ne ripudiano altre, ci stanno più o meno simpatici. Compiono scelte. Eh sì, non pensare che in quanto autore tu abbia il potere assoluto su di loro, nossignore! Prima accetti il fatto che sono i personaggi a raccontarti la loro storia, e non tu a imporgli la tua, prima te la racconteranno.Lasciamo di nuovo la parola a Anne Lamott:Whatever your characters do or say will be born out of who they are, so you need to set out to get to know each one as well as possible. One way to do this is to look within your own heart, at the different facets of your personality. You may find a con man, an orphan, a nurse, a king, a hooker, a preacher, a loser, a childe, a crone. Go into each of these people and try to capture how each one feels, thinks, talks, survives.[cit.]Un consiglio che dovresti far diventare una regola d’oro è: scrivi di quello che sai, conosci quello che non sai. I personaggi devono apparire “ reali ”, non semplici stereotipi da racconto d’osteria. Più li conoscerai, più avrai la possibilità di farli conoscere anche a chi legge, di conferire loro una “personalità a tutto tondo”, una “ tridimensionalità ”.
Come nascono i personaggiChe cos’è che stimola la nostra fantasia? La realtà. E’ proprio dalla realtà circostante che dobbiamo quindi partire per cercare l’ispirazione: dall’ambiente, dalle persone, dalle situazioni e anche da noi stessi. Naturalmente l’osservazione ti fornirà delle idee, ma non devi descrivere pari pari quello che vedi, né tantomeno sottoscriverlo e giurare che è tutta la verità e nient’altro che la verità! Lasciati ispirare, ma poi concedi spazio ai tuoi personaggi: accorda loro ampia espressione, non scrivere sotto la dettatura della realtà. Ad esempio: forse tua nonna è una vecchina simpatica e la sua abitudine di prendere il tè alle cinque del pomeriggio con il defunto marito, ti sembra un’idea tanto romantica da inserire in una storia, ma la vecchina che ti sta parlando e vuole il suo ruolo nel romanzo non è tua nonna e il marito defunto a cui offre il tè lo prende anche a bastonate quando non risponde alle sue domande (cosa che probabilmente tua nonna non farebbe mai)! Capito l’antifona?
Mentre di tua nonna potresti non conoscere molte cose, della tua “amabile” vecchina saprai tutto: non solo come si veste e che aspetto ha, ma anche le pieghe più nascoste del suo carattere, il motivo per cui ogni giorno prepara il tè per due e si arrabbia quando il defunto marito rimane in silenzio per ore (possiamo anche immaginarne il motivo…!). Tu sai tutto e se non lo sai, allora devi scoprirlo. Impara a conoscere i tuoi personaggi come forse non vorresti conoscere neppure te stesso.
Devi saperti calare nelle situazioni che vivono e viverle con loro: perché tu sei al contempo il buono e il cattivo, lo sfigato e il vincitore. Inoltre, non ti preoccupare solo dei protagonisti, scandaglia le vicinanze alla ricerca dei personaggi secondari e dei comprimari: se esistono ci sarà un buon motivo.
I sentimenti di un personaggio devono essere mostrati… diventano reali solo quando prendono la forma di eventi, azioni (o gesti), dialoghi o reazione fisica all’ambiente. John GardnerRicorda: un personaggio che non coinvolge te non coinvolgerà neppure il lettore. Hai bisogno di emozioni, belle o brutte che siano. I tuoi personaggi devono coinvolgere emotivamente perché solo in quel caso il lettore si preoccuperà della loro sorte e li accompagnerà durante il romanzo: al contrario sappiamo bene come andrà a finire, vero?
Per approfondire:Bird by bird – (Some instructions on writing and life), Anne Lamott, Ed. Anchor books, 1995[cit.]I personaggi e il punto di vista, Orson Scott Card, 1992
I personaggi: i motori della storia – In italiano
Writing characters – In inglese
http://www.imbrattacarte.it/2010/05/26/i-personaggi-amici-nemici/