Coincidescenza

Il fuoco


 
Sono momenti qualunquenella folla,il filo nero del noalle soglie della distrazione.Vorrei, ma non lo posso non sentireil silenzio che c’è fra queste mura,non è di qui o un mio presentimento,non ha anima,è una occupazione di spazimutata.Una vetrina contadina,a cerchi rossastri e fondo chiarodue erano i lettiall’inizio, non so perché;il primo di mio nonno, l’altro vuoto.Ci sarà poi trasportatoquello che si dicevaessere il mio, o camera mia perfino,sapendo, forse, che non sarei tornato;ci dorme mio nipote quando va.La nostra stanza era di là, con mio fratello.Quando andò via, che mi chiusi in cantinadalla grata vidi quasi un piantopassare veloce, nel piazzale, di mio padre.Nel tempol’avrebbe raccontato,e di non aver pianto neanche al funeraledi suo padre, Gennaro.Alla notizia,io dissi solo se ora potevopoggiare cose mie sul suo letto;si rise. Ci metteranno un divanocon calma, scomodissimo, come per resistenza.Ora uno bello, e è un salottogiorno giorno,l’armadio pieno di piatti.