Paperetta_yeye

Post N° 3


La prima estate insieme non fu che una breve sosta lungo la discesa.Ti piaceva il rumore della risacca; scendevamo con gli amici la sera, alla piccola spiaggia, ad ascoltare le onde continue, l'incessante processione di schiuma e sciacquio.Avevi sempre freddo, e ne approfittavi per stringerti a me, per farmi sentire che non eri solo il professorino fragile e sfuggente, che avevi braccia forti, quasi violente, a volte, per la repentinità dell'abbraccio.Mi mancava il fiato in quei momenti, brevemente, mai così a lungo da superare la tua inevitabile lezione.Sapevi di essere sgradevole, per me e per tutti noi intorno. Solo di lei, peraltro, osservavi le reazioni, come se solo lei avesse avuto il potere di fermarti, di zittirti.Ricordi? Chi ha costruito il mondo, ragazzi? Dico a te, amica mia, che guardi il molo laggiù e le imbarcazioni all'attracco... e chi ha pensato e realizzato la strada che porta al centro del villaggio? Chi le case, le chiese? Chi le città, le piazze, le opere ed ogni organizzazione sociale di cui resti traccia? Dal ciotolo lavorato alla relatività... un uomo, sesso maschile, migliaia di uomini, di muscoli, di pensieri, di impulsi, vittorie e sconfitte.Misuravi la nostra rabbia, la mia (che ben presto sarebbe diventata quasi un obbligo noioso) e le obiezioni che non scardinavano la tua sicurezza condensata nel gesto di accenderti la sigaretta sottile con gli occhi socchiusi e il solito brevissimo sorriso.Anche lei sorrideva: il rumore del mare è amniotico, replicava, qui tu hai la prova tangibile della maternità e del suo significato universale.Ma ti piaceva come le diceva le cazzate sulla Grande Madre Castrante, così come io ti detestavo per non sapermi svincolare da te e dalla tua impeccabile banalità